Messa a terra

La sicurezza in qualsiasi unità abitativa deve essere posta al primo posto perché il vostro benessere e quello delle persone che vivono con voi è di estrema importanza.

Un impianto elettrico deve essere a norma, deve soddisfare quelle regole che la legge impone e deve possedere categoricamente, la messa a terra.

E’ proprio la messa a terra che è in grado di non far rimanere folgorata una persona quando l’impianto elettrico è troppo carico perché eventuale energia superflua, verrà scaricata direttamente nel terreno.

La messa a terra non si applica solamente agli elettrodomestici o agli impianti elettrici in genere ma anche in quei posti dove c’è la possibilità di un sovraccarico di energia elettrica.

E’ importante anche applicarla su tutte quelle parti metalliche presenti nelle case come per esempio i riscaldamenti dell’abitazione o le tubazioni dell’acqua ma anche all’impianto dell’antenna TV.

messa a terra


Perché è importante avere un impianto elettrico a norma

impianto elettrico a normaL’impianto elettrico deve essere a norma perché nel caso un fulmine cadesse sul tetto di un’abitazione, non si corre il rischio di folgorazione.

La legge già dal 1990, ha obbligato tutti i condomini ad avere una messa a terra in perfetta regola proprio per impedire incresciosi incidenti che purtroppo in passato si sono verificati specialmente nei cantieri dove per ignoranza in materia, non si capiva che per tutelare i lavoratori, bisognava innanzitutto proteggere l’intero stabile in cui si operava.


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Cosa serve per effettuare una perfetta messa a terra

messa a terra Innanzitutto occorre un pozzetto con un coperchio da interrare.

Serve un tubo per impianto elettrico della misura che occorre.

Procuratevi un capicorda per treccia, una pinza ed una chiave inglese.

Occorrono un dispersore per la messa a terra, un tubo di rame ed un bullone zincato.


Messa a terra: Come effettuare una messa a terra perfetta

Scavate una buca delle esatte dimensioni del pozzetto che dovete interrare in prossimità del luogo dove deve essere praticata la messa a terra.

Per inserire il tubo flessibile, dovrete forare i lati del pozzetto e poi farlo passare.

Collocate il pozzetto in un posto adeguato ma sempre in modo che fuoriesca dal foro del terreno in modo tale da poter sollevare il coperchio all’occorrenza.

Ponete il dispersore dentro il pozzetto e la parte superiore deve fuoriuscire almeno di 20-25 centimetri dal foro.

Passate infine la treccia di rame nel tubo ed il capicorda e alla fine, applicate il bullone zincato che terrà fermi entrambe.

Aiutatevi, per compiere questa operazione, con la chiave inglese.

L’altro capo della treccia, lo collegherete al filo di terra di colore giallo che proviene dall’abitazione.

Il lavoro deve essere compiuto meticolosamente e solo così, nel caso di un sovraccarico di energia elettrica, si potrà scaricare l’eccesso di corrente nel terreno dove è stato posto il pozzetto.

E’ chiaro che durante il lavoro che state portando a termine, l’interruttore generale della corrente elettrica deve essere staccato.

Cosa prevede la legge.

La legge attuale prevede che ogni stabile secondo la normativa 462/01, sia provvisto di un impianto di messa a terra.

Questo tipo di impianto deve essere installato non solo negli stabili ma anche in quegli esercizi commerciali tipo capannoni industriali o operanti nel settore delle vendite.

Di tanto in tanto sono previste verifiche periodiche da parte dell’ASL ed è il datore di lavoro o l’amministratore di uno stabile, a dover chiamare gli organi competenti per la dovuta ispezione.

La verifica è biennale per i cantieri, per gli edifici in costruzione, per la demolizione degli edifici già esistenti e per tutti gli esercizi in genere, che sono a maggior rischio come locali per lo spettacolo, capannoni di lavoro, magazzini, scuole o stazioni ferroviarie.

Per tutti gli altri casi invece, la verifica diventa quinquennale.

In caso di mancata ottemperanza delle regole, vi sono delle sanzioni che comportano severe ammende o addirittura l'arresto da tre a sei mesi.

Tali sanzioni sono a carattere penale e sono applicabili a tutte quelle persone che hanno l'obbligo preciso di richiedere la verifica biennale o quinquennale quali proprietari di complessi industriali, amministratori di stabili o di condomini, direttori o responsabili di centri medici, commerciali o scuole.



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