La domanda principale a questo punto è: a cosa serve un conduttore di terra? Abbiamo già visto come le sue caratteristiche siano diverse dai conduttori cardinali, ma nelle righe seguenti analizzeremo quelli che sono i compiti principali di un conduttore di terra, così famoso e così spesso sconosciuto. Il conduttore di terra ha un compito semplice ma di fondamentale importanza: scarica a terra, all’esterno della casa, eventuali fughe di corrente e punti luce, in modo da evitare dispersioni energetiche e, soprattutto, cortocircuiti e dispersioni di energia. Se un conduttore di terra esiste, nella stragrande maggioranza delle abitazioni, è perché quasi tutti gli apparecchi elettrici sono dotati di alimentazioni che lo prevedono. Per esempio, nelle prese il conduttore di terra fa riferimento allo spinotto centrale, che a sua volta andrà a collegarsi al morsetto centrale una volta inserito nella parete con la presa di corrente. Cosa succede all’esterno della casa quando si sceglie di stabilire e utilizzare un conduttore di terra? Qualcosa di ovvio ma al contempo salvifico, perché in molti (anzi, troppi) fanno fatica a comprendere fino in fondo l’importanza e l’utilità di quello che rappresenta la salvezza e la purificazione per migliaia di kw. Generalmente, i cavi di terra convergono tutti verso un unico morsetto posizionato all’esterno dell’abitazione, e certamente in prossimità del quadretto dedicato all’energia elettrica (che può essere Enel, Eni, A2A e così via dicendo, a seconda del gestore che si sceglie di utilizzare in base alle proprie esigenze). Da qui parte un cavo grande che ha come terminazione una punta metallica dispersa da qualche parte nel terreno: il compito di questa punta è semplicemente quello di assorbire e disperdere nel terreno eventuali fughe di energia elettrica. Basta la semplice descrizione di questo punto per comprendere fino in fondo quanto abbiamo già scritto sopra: il conduttore di terra è senza ombra di dubbio qualcosa di fondamentale importanza per un’abitazione che vuole essere sicura ed evitare al massimo i rischi che possono provenire da uno scorretto afflusso dell’energia elettrica mediante apparecchi di varia natura.
Molto spesso, quando si affronta questo argomento, specie tra persone che non possiedono una grande padronanza dello stesso, si tende a considerare l’impianto di terra come qualcosa di separato e differente dall’impianto elettrico generale. Beh, approfittiamo di queste righe per ribadire che non è così, perché l’impianto di terra non è altro che un completamento di quello generale, e garantisce a quest’ultimo sicurezza e stabilità. L’obiettivo principale di chi costruisce un impianto di terra è quello di far sì che tutta la corrente in eccesso e l’energia non contenuta dall’impianto centrale, venga neutralizzata dalla punta metallica di cui sopra. In abitazioni private e dotate di uno spazio esterno, non può esistere impianto generale senza un impianto di terra. Un altro errore estremamente comune, sempre tra coloro che non possiedono una grande dimestichezza in fatto di corrente ed impianti elettrici, è quello di considerare il conduttore di terra come qualcosa che viene alimentato costantemente. Non è così: quando si parla dei cavi che costituiscono l’impianto di terra, si allude a conduttori privi di tensione, che ricevono quest’ultima solamente in caso di guasti elettrici o di corrente in eccesso nell’apparato centrale. Come facciamo a individuare un conduttore di terra all’interno di un’abitazione? Domanda interessante, risposta altrettanto interessante. Innanzitutto, c’è da dire che quando si parla di conduttori di terra non c’è da aspettarsi chissà quale oggetto sconosciuto. Il conduttore di terra è un normalissimo cavo elettrico, che nel caso di abitazioni private è contraddistinto da una colorazione gialloverde ed ha, all’interno della casa stessa, la propria terminazione nell’attacco centrale dei lampadari. Il quadro, anche in base a quanto già sottolineato sopra, è a questo punto abbastanza chiaro: da un lato la terminazione domestica, che può fare riferimento all’attacco centrale dei lampadari o ai morsetti centrali delle prese elettriche; dall’altro una punta metallica, che è generalmente di rame o di acciaio, conficcato nel terreno. Non è insolito, tra l’altro, imbattersi in dispersori di terra che al posto di questo cavo presentano una piastra metallica, caratterizzata da forme e dimensioni differente, ma capace di garantire praticamente lo stesso risultato. E’ di fondamentale importanza evidenziare, tuttavia, che tutti gli impianti domestici devono essere collegati al dispersore di terra, non solamente i lampadari o le prese da parete. Fanno riferimento al conduttore di terra, infatti, anche l’impianto del gas, l’impianto idraulico e quello di riscaldamento, a garanzia di una sicurezza complessiva ed efficace.
Dal punto di vista dell’alimentazione, dell’energia e dell’elettricità, ad una casa basta un buon conduttore di terra per essere sicura al cento per cento? In linea di massima, la risposta è sì, ma è tutt’altro che insolito imbattersi in famiglie che all’impianto di messa a terra – già di per sé una garanzia importante – decidono di abbinare un interruttore magnetotermico-differenziale, ritenuto da molti addirittura indispensabile. In effetti, negli ultimi anni questa combinazione sta trovando una diffusione sempre più ampia e uniforme: chi decide di mettere in sicurezza il proprio impianto elettrico è consapevole della necessità di abbinare al conduttore di terra un buon interruttore di questo tipo, onde evitare guasti elettrici e prevenire malfunzionamenti che possono arrecare danni alla casa. Chiudiamo questa nostra disamina sul conduttore di terra, soffermandoci come al solito sulla parte più tecnica e schematica, andando ad analizzare nel dettaglio quelle che sono le componenti di un impianto di terra. Già, perché il conduttore di terra è solamente una parte (importantissima, questo sì), di un impianto che prevede la presenza di altri fattori non meno importanti. Primo su tutti, partendo dall’esterno dell’abitazione, il dispersone, che consiste nella terminazione metallica incaricata di contenere e neutralizzare i guasti elettrici e gli eventuali sovraccarichi, una minaccia per la casa. Successivamente, abbiamo il nodo principale di terra, nient’altro che una spessa barra di rame a cui a loro volta fanno capo il conduttore di protezione, i conduttori equipotenziali e il conduttore di terra. Principale compito del conduttore di protezione è quello di convogliare fisicamente la corrente dei guasti dalle masse interne alla casa al dispersore di terra. Nella maggior parte dei casi, è compreso all’interno del cavo gialloverde di cui sopra, rappresentante il conduttore di terra vero e proprio. Se è vero che il conduttore di terra e il conduttore di protezione possono trovarsi all’interno dello stesso cavo, è altrettanto vero che devono equivalersi obbligatoriamente per sezione e dimensioni. La sezione del conduttore di terra non può mai essere inferiore a quella del cavo di protezione. Li abbiamo citati pocanzi, vediamo dunque nello specifico di cosa parlavamo quando abbiamo tirato in ballo i conduttori equipotenziali. Si tratta di cavi che hanno il compito preciso di collegare il nodo di terra a tutte le masse estranee, ovverosia a un corpo metallico che non fa riferimento né al conduttore di terra in piccolo, né all’impianto elettrico in generale. Si può trattare di una baracca, di una lamiera, di una piccola costruzione metallica, di quelle – per intenderci – che utilizzano i lavoratori come deposito in prossimità dei cantieri. I collegamenti equipotenziali non sono obbligatori per i conduttori di terra domestici, ma si rendono necessari proprio in presenza di cantieri, durante la realizzazione di lavori edili: essi garantiscono la protezione dell’impianto elettrico principale dal contatto con i lavoratori.
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