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Quando vengono installati all'esterno questi pavimenti sono prevalentemente utilizzati per delle superfici regolari e alquanto ampie.
Spesso chi lo sceglie lo fa anche per evitare di rimuovere la pavimentazione precedente, installando la nuova superficie sulla vecchia, ammesso che quest'ultima non presenti segni d'infiltrazione. La rapidità di posa è di certo uno dei punti di forza di questa pavimento, che inoltre consentirà di ridurre considerevolmente i tempi d'esecuzione. Come quello d'interno, i pavimenti galleggianti per esterni si basano su di una struttura quadrangolare che fa da supporto, chiusa completamente da alcuni pannelli, lastre di finitura, che in fondo costituiscono il vero e proprio piano calpestabile. Questa struttura di base prevede dei supporti prefabbricati, che solitamente sono composti da un materiale plastico, ovvero il polipropilene. I supporti in questione possono essere regolabili o fissi, e hanno il compito di consentire uno stacco del pavimento dal piano calpestabile, partendo da un minimo di due o tre centimetri fino a un massimo di quindici. Per permettere un aumento considerevole dello spessore dei vari supporti sono previsti inoltre dei dischi livellatori o delle ghiere, in grado inoltre di raggiungere un'ottima livellatura del pavimento. Set da 36 pezzi in PVC laminato, fondo autoadesivo, impermeabile, termoisolante, per cucina, effetto rovere, 5,02 m2, 91,5 x 15,2 cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 77,69€ |
Sono le lastre di finitura a dar forma al vero piano di calpestio, e solitamente la loro forma risulta essere quadrata, assestandosi intorno ai 60x60 centimetri, anche se alcune aziende hanno introdotto sul mercato dei formati minori da 40x40 centimetri, fino ad arrivare addirittura ai 30x30 centimetri.
Queste lastre però sono adattabili a qualsiasi esigenza, e se la superficie lo richiede è possibile trovare nei negozi specializzati delle lastre da 60x120 centimetri, con forma rettangolare. Inoltre, affidandosi ad aziende specializzate, come ad esempio la Marazzi, sarà possibile utilizzare dei materiali prodotti con processi ecologici per l'ambiente, con una finitura fiammata e strutturata, in grado di richiamare abilmente le pietre naturali.Il manto di finitura per un pavimento galleggiante, caratterizzato da dei pannelli in materiale composito, presenta un'armatura in acciaio, che affonda le proprie radici nello spessore di 21 millimetri dello stesso materiale. Se si parla della finitura invece si ha a che fare, di solito, con del gres porcellanato, di cui saranno fatte le piastrelle, studiate in appoggio alla struttura generale.
Questo materiale presenta molteplici qualità, di cui la principale è senza dubbio la grande resistenza all'acqua, che viene assorbita in minima quantità. A questa però vanno aggiunte la durezza e la grande resistenza sia agli agenti chimici che all'usura del tempo. Tutto ciò. unito con l'omogeneità cromatica, ne fa uno dei materiali più indicati per questo tipo di posa.Una volta eseguito un sopralluogo approfondito sulla superficie che farà da base al nuovo pavimento, si dovrà progettare uno schema per la posa, soprattutto per quanto riguarda la struttura portante, tenendo conto degli eventuali dislivelli e delle condizioni generali dello strato di fondo.
Fatto questo, si potrà procedere con la collazione di un modulo iniziale che faccia da riferimento, intorno al quale dislocare in seguito alcuni pannelli, formando una T. Forma dalla quale poi prenderà forma l'intera posa. Una volta posati questi pannelli si potrà procedere a occuparsi dei tagli perimetrali.Il tempo per una corretta posa di un pavimento galleggiante dipende esclusivamente dalle dimensioni della superficie con la quale si ha a che fare, e dalla sua regolarità. Inoltre possono influire sul risultato finale anche l'esperienza di chi opera e la presenza o meno di tagli e dislivelli. Ad ogni modo di solito tre persone riescono a posare circa 30 mq al giorno. Naturalmente il dato è approssimativo perchè, per il tempo di posa, influiscono moltissimi fattori differenti, che possono richiedere un intervento più complesso, e, di conseguenza, più lungo da terminare.
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