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La riforma condominiale ha cambiato in maniera profonda la figura dell'amministratore: innanzitutto viene reso per la prima volta obbligatorio negli edifici in cui sono presenti più di 8 condomini. In secondo luogo vengono disciplinati i requisiti che questa figura deve possedere: si tratta della prima volta che la normativa italiana regola questo aspetto della vita condominiale, perché in passato non veniva fatto cenno. Un amministratore non deve essere protestato e/o avere precedenti penali per reati contro il patrimonio; in più è necessario il diploma di scuola superiore l'attestato di partecipazione a un corso di formazione specifico. In alternativa è sufficiente svolgere questo ruolo da più di un anno. Infine la sua revoca può essere richiesta anche da un solo condomino in caso di gravi irregolarità nello svolgimento dei compiti a lui affidati.
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La riforma del condominio consente ai condomini di avere più diritti nei confronti dell'amministratore, in quanto ottengono in questo modo una maggiore supervisione finanziaria. Infatti sono stati introdotti precisi obblighi di trasparenza per l'amministratore per quanto riguarda la gestione finanziaria dell'immobile: in più è tenuto a informare i condomini sullo stato delle pendenze e dei pagamenti. In secondo luogo cambiano i regolamenti e le assemblee condominiali: ad esempio non si potrà più vietare ai condomini di tenere gli animali domestici in casa. Per quanto riguarda il quorum per le assemblee devono essere presenti il 50% + 1 dei condomini per la prima convocazione, mentre per quella effettiva basta che sia presente 1/3 dei condomini. Allo stesso modo possono essere adottate le delibere solo se è presente il 50% + 1 dei partecipanti, che rappresentino almeno 1/3 dei millesimi delle unità abitative.
La riforma del condominio ha anche recepito sentenze della Corte di Cassazione, soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento centralizzato. Infatti viene prevista la possibilità del singolo condomino di adottare un riscaldamento autonomo, cioè di staccarsi dal sistema centralizzato. La riforma condominiale consente il riscaldamento solo in presenza di alcuni requisiti: ad esempio, è permesso se il distacco non compromette la normale erogazione di calore alle altre unità abitative del condominio. In secondo luogo è necessario che l'appartamento non sia riscaldato a sufficienza a causa dell'insorgere di problemi tecnici del sistema centrale a cui non può essere posto rimedio nell'arco di una stagione. Tuttavia, se il distacco comporta delle spese maggiori, è necessario che il condomino che l'effettua contribuisca in maniera proporzionale alla manutenzione straordinaria dell'impianto.
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