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Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere quali sono stati gli interventi del legislatore nazionale che più hanno influenzato la materia catastale. Iniziamo così con il cerchiare in rosso una delle più recenti e anche più significative riforme del sistema catastale: ci riferiamo nella fattispecie alla revisione entrata in vigore con il D.P.R. 138/98 il cui intento è stato quello di dare una organizzazione più moderna e più capillare al nostro sistema catastale. Una delle novità di maggiore rilevanza nell’ambito della riforma che abbiamo appena citato è quella che riporta l’introduzione del concetto di microzona catastale che è disciplinata dal secondo articolo del D.P.R. appena citato, vale a dire l’epocale D.P.R. 138/98.
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Nel testo di legge in esame troviamo una definizione molto dettagliata di microzona catastale: la microzona catastale rappresenta una porzione del territorio comunale o, nel caso di zone costituite da gruppi di comuni, un intero territorio comunale che presenta omogeneità nei caratteri di posizione, urbanistici, storico-ambientali, socio-economici, nonché nella dotazione dei servizi ed infrastrutture urbane. E quindi all’interno di ogni singola microzona catastale accade che le unità immobiliari sono uniformi per caratteristiche tipologiche, epoca di costruzione e destinazione prevalenti. Possiamo quindi anche dire che una microzona catastale individua ambiti territoriali di mercato omogeneo anche sul piano dei redditi e dei valori, ed in modo particolare per quanto concerne l’incidenza su tali entità delle caratteristiche estrinseche delle unità immobiliari stesse.
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