Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potrebbero esserci di aiuto e di sostegno nel corso della nostra disanima in materia di coltivazione fuori suolo, una riflessione la nostra ad onor del vero anche abbastanza sintetica per le ben note ragioni di spazio ma che ci auguriamo rimanga sempre e comunque sufficientemente chiara ed esauriente per tutti coloro che ci leggono. A conti fatti occorre approcciarsi al mondo della cosiddetta coltivazione fuori suolo essenzialmente con calma e con una certa dovizia di particolari per sgombrare il campo da ogni fraintendimento di sorta. Anche perché sentire parlare di coltivazione fuori suolo sembra un vero e proprio ossimoro soprattutto se non siamo degli addetti ai lavori.
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A conti fatti la precisione che abbiamo richiamato già in un paio di occasioni nelle precedenti righe è dovuta anche al fatto che esistono differenti modalità di coltivazione fuori suolo. Gli esperti del settore forse storceranno il naso ma le nostre esigenze di farci capire anche dal neofita dela materia che si avvicina sì al discorso sulla coltivazione fuori suolo con interesse ma privo di conoscenze specifiche, ci impone della classificazioni facilmente comprensibili. E quindi, a questo punto, la soluzione migliore è procedere con l’elencazione delle classiche quattro tipologie della cosiddetta coltivazione fuori suolo: esistente infatti la coltivazione fuori suolo idroponica, la coltivazione fuori suolo su terriccio, la coltivazione fuori suolo idroponica senza substrato e la coltivazione fuori suolo aeroponica.
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