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Dopo aver selezionato e ripulito i materiali che dovranno costituire la base dell’impasto, si procede con la foggiatura, e durante questa fase viene aggiunta dell’acqua, per rendere l’argilla più lavorabile, e che serve a dare una forma ad ogni oggetto. La foggiatura può essere fatta a mano libera, con il tornio o con degli stampi, a colombino (assemblando cioè dei piccoli pezzi) oppure a lastre (tagliando invece delle lastre che vengono poi stese con un matterello o un filo, e che vengono quindi tagliate o con uno stampo o in pezzi per essere assemblate). Successivamente si passa all’essiccazione, che ha lo scopo di eliminare l’acqua in eccesso nell’impasto. Infine si passa alla cottura in forno, con temperature che possono essere sia al di sotto degli 800° (a piccolo fuoco), sia al di sopra, e che possono raggiungere i 1300° (a gran fuoco). I tempi di cottura sono abbastanza lunghi (circa 12 ore), anche perché gli oggetti in ceramica necessitano di un lento e graduale raffreddamento, che deve avvenire all’interno dello stesso forno. La smaltatura, che serve anche a proteggere l’oggetto dall’usura, a pulirlo e a decorarlo meglio, si possono invece utilizzare semplici smalti, di tipo vetroso, che sono coprenti e donano all’oggetto un aspetto lucido o satinato, delle vetrine (o cristalline), sempre di tipo vetroso, che sono però trasparenti e impermeabili, oppure dei colori specifici per decorare la ceramica, chiamati ingobbi. Dopo la smaltatura e la decorazione gli oggetti devono essere cotti nuovamente in forno, tra gli 850° e i 970°.
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Le ceramiche possono essere suddivise prima di tutto in due tipi: quelle a pasta compatta (porcellane e gres), che sono poco porose, impermeabili e molto resistenti; e quelle a pasta porosa (maioliche, terracotta, terraglie), che sono invece più assorbenti e meno resistenti all’usura. Il tipo di ceramica più semplice in assoluto è la terracotta, perché per produrre oggetti in questo materiale si utilizza il solo impasto, che viene lavorato e cotto, senza smaltature e decorazioni.
Vietri Sul Mare è un piccolo centro in provincia di Salerno, che si affaccia direttamente sul mare, ed è la prima cittadine della Costiera Amalfitana. L’arte della ceramica si è diffusa a Vietri fin dal Medioevo, grazie soprattutto ai Principi Sanseverino, e oggi i prodotti in ceramica vietrese, oltre ad essere un vero e proprio simbolo della città, sono tra i più pregiati e conosciuti al mondo. Inoltre quest’arte ha potuto svilupparsi nella piccola città sia grazie alle numerose cave di argilla presenti in loco, sia grazie all’ottima collocazione di Vietri, vicinissima al mare, al porto di Salerno, e quindi da sempre al centro del commercio marittimo. In base ad antiche testimonianze, i primi prodotti in ceramica vietrese furono mille contenitori per l’olio. Successivamente cominciarono ad essere realizzati corredi per la farmacia (e ciò si deve alla presenza dell’attivissima Scuola Medica Salernitana) e pavimenti (prodotti per lo più per committenti napoletani, calabresi e siciliani), che venivano dipinti e decorati in colori diversi, quali ad esempio l’azzurro, con il tipico stile "a penna di pavone". A queste produzioni si aggiunse poi la realizzazione di utensili da cucina e contenitori vari, come piatti, scodelle, vasetti, lancelle per conservare l’acqua, orcioli, nonché tegole, mattonelle e oggetti di uso religioso, quali acquasantiere, piastrelle in maiolica con rappresentazioni sacre, pannelli ed edicole votive. Una caratteristica della ceramica vietrese erano le fornaci a tre piani, molto capienti, che permettevano di sfornare una grande quantità di vasellame e altri prodotti. Le decorazioni tipiche riprendevano invece motivi locali, per lo più scene agresti, e smaltature in varie colorazioni. Tradizionalmente la ceramica di Vietri viene lavorata a mano e cotta nei forni, seguendo le classiche fasi di produzione, da artigiani che con la loro abilità e la loro creatività danno vita a pezzi unici e particolarmente pregiati.
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