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Le orchidee Phalaenopsis sono delle orchidee diffusissime e conosciute in tutto il mondo, proprie dell’ India, dell’ Indonesia, delle Filippine e dell’ Australia. Esse appartengono alla famiglia delle Orchidaceae e all’ ordine delle Orchidales. Il suo nome deriva dai termini latini “Phalena” e “Opsis”, che significano rispettivamente farfalla e simile, proprio perché la sua forma è molto simile a quella di una farfalla. Si tratta di piante epifite e litofite, quindi capaci di crescere anche sulle rocce, che hanno una struttura monopodiale, in quanto i loro fusti hanno soltanto un apice vegetativo.
Per quanto riguarda le loro foglie, esse sono di un verde molto intenso e brillante, molto vicine tra loro. Le loro dimensioni sono discrete, e in genere ogni pianta ha un minimo di due foglie e un massimo di dei. La loro larghezza arriva ad un massimo di dieci cm mentre la lunghezza anche a cinquanta cm. Esse si sviluppano nella parte sottostante dei fusti, vicino al terriccio. Sono organi molto importanti per la vita della pianta, che non possedendo dei pseudo bulbi, commissiona soltanto alle foglie l’ immagazzinamento di acqua. I fiori si sviluppano all’ apice degli steli e possono essere sia semplici che ramificati e di forme e colori vari. I sepali in genere sono uguali tra loro , piani e aperti. Più grande dei sepali sono in genere i petali. Le orchidee Phalaenopsis hanno moltissime radici, che sono grandi e molto ramificate e che riescono ad ancorarsi al substrato in modo perfetto e molto stretto. Teraplast Coimbra 30cm Fioriera, Trasparente, 30 cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 9,99€ |
Per quanto riguarda le temperature ideali per le orchidee Phalaenopsis bisogna dire che queste piante amano moltissimo il caldo (anche considerando i loro paesi di origine). Proprio per questo esse vivono perfettamente in ambienti la cui temperatura media oscilla tra i 23- 24°C (temperatura massima) e 16- 17°C (temperatura minima). Tuttavia, se ben collocate in una zona in ombra, possono sopportare temperature fino a 35° C. Le orchidee Phalaenopsis, infatti, amano moltissimo le zone in ombra, anche se non gradiscono le grandi correnti di aria. Per quanto riguarda la luce, questa non deve mancare alle orchidee Phalaenopsis, infatti queste orchidee sono quelle che richiedono maggiore quantità di luce, (si può ben capire dal fatto che in mancanza di luce queste piante non fioriscono) anche se è molto meglio evitare quella diretta. Quindi è bene esporre la pianta a sud o a est della casa, magari dietro una tenda che sia in grado di filtrare i raggi del sole, ma che non sia pesante.
Le orchidee Phalaenopsis amano avere le radici umide in modo costante, per questo le innaffiatura devono essere costanti. In estate è consigliato innaffiarle per due o tre volte la settimana, mentre durante l’ inverno è possibile ridurre l’ apporto di acqua innaffiandole soltanto una volta a settimana. L’ importante è che l’ orchidea non abbia mai il terreno asciutto, anche perché questo non favorisce l’ elasticità delle radici cosa che, essendo le radici molte e ramificate , è necessario durante il rinvaso, in quanto se le radici non sono abbastanza elastiche durante questo processo esse possono spezzarsi, producendo danni anche gravi alla pianta. Ovviamente l’ asciugarsi più o meno velocemente del vaso dipende anche da vari fattori diversi dalla stagione, ad esempio dalla grandezza del vaso (pi è piccolo più l’ acqua si asciuga velocemente) e dal tipo di terriccio utilizzato (se la pianta si coltiva, ad esempio, in zattere, andrà innaffiata più spesso rispetto ad una pianta coltivata normalmente). Ovviamente durante le innaffiature è da evitare di innaffiare terrei già bagnati,anche se è bene non far sostare il terriccio per lungo tempo asciutto. Infatti, un eccessivo accumulo di acqua nel terriccio provocherebbe ristagni di acqua, cosa che provocherebbe dei marciumi radicali, acerrimi nemici di tutte le piante, ma in particolare proprio delle orchidee. E’ consigliabile eseguire le annaffiature durante la mattinata, e fare in modo che tra le foglie non si creino dei ristagni di acqua.
Il tasso di umidità ottimale per le orchidee Phalaenopsis è di circa il 70%, perciò non è molto semplice soddisfare questa esigenza di queste piante. Per cui, può risultare necessario prendere degli accorgimenti volti a tale scopo: si può riprodurre un angolo di foresta pluviale sistemando il vaso sopra un sottovaso riempito con dell’ argilla espansa o della ghiaia, nella quale sarà inserita anche una piccola porzione di acqua. Un altro accorgimento è quello di spruzzare le foglie delle orchidee Phalaenopsis con dell’ acqua non calcarea e munire i termosifoni di umidificatori. Per quanto riguarda la concimazione, questa va eseguita ogni 15 gg durante la primavera, e il concime deve avere una maggiore quantità di Azoto rispetto al fosforo e al potassio, nella formula 30:10:10. Durante gli altri periodi, invece, la formula di questo concime deve essere bilanciata tra le tre parti (20: 20: 20). I concimi devono essere diluiti nell’ acqua utilizzata per l’ irrigazione (1 grammi per litro).Per quanto riguarda il tipo di terreno da utilizzare, si può facilmente utilizzare un terriccio già pronto per orchidee, che è possibile acquistare facilmente presso un buon vivaista o presso negozi che vendono articoli per il giardinaggio. Un terriccio ideale può essere quello composto di bark mischiato a polistirolo, perlite o gommapiuma, materiali inerti che servono per garantire un buon tasso di umidità. L’ importante, comunque, è che il substrato favorisca il drenaggio , in quanto le orchidee Phalaenopsis temono i ristagni di acqua. Proprio per questo, è bene che anche il contenitore abbia un giusto numero di fori per il drenaggio.
Il rinvaso è da eseguire durante la ripresa vegetativa, quindi in primavera, quando compaiono le nuove radici. E’ assolutamente da evitare il rinvaso durante la fioritura, a meno che non ci sia una situazione di assoluta emergenza. Prima del rinvaso è bene bagnare il substrato con cura per rendere elastiche le radici, in modo da evitare rotture e traumi per la pianta. Successivamente, le radici vanno ripulite con molta cura di tutto il materiale attaccato, facendo molta attenzione e con grande delicatezza. Le radici morte o danneggiate vanno asportate con forbici munite di lame affilate, ben disinfettate con alcool e varecchina. Su ogni taglio va poi applicata una polvere fungicida ad ampio spettro. Ovviamente ci si munisce di un nuovo contenitore, magari più grande, munito di fori per permettere all’ acqua di gocciolare fuori dopo le annaffiature, per evitare dei ristagni di acqua. E’ meglio comperare un contenitore trasparente, che permetta alla pianta di essere raggiunta dalla luce del sole anche nella parte delle radici. Il nuovo contenitore va poi disinfettato accuratamente e al suo interno va posto un piccolo strato di terriccio utilizzato. Sopra questo strato vanno adagiate le radici, che poi vanno ricoperte di terriccio fino al fusto. A questo punto la pianta va tenuta lontana dalla luce diretta del sole e dagli sbalzi di temperatura. Non bisogna innaffiare per circa sette giorni per far si che le parti tagliate si cicatrizzino al meglio. Dopo una settimana si ricominciano gradualmente le annaffiature e solo quando le radici ricominciano la loro normale attività si riprendono le concimazioni attraverso l’ acqua delle annaffiature.
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