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Ma come sono fatte le orchidee?
Esse in genere sono munite di radici aeree carnose o anche particolarmente fini, in dipendenza dalla specie, contenute all’ interno di un velo radicale che permette loro di carpire l’ umidità atmosferica in modo da potersi sviluppare e sopravvivere autonomamente. Quelle invece che nascono spontanee nelle zone mediterranee o comunque europee, sono in genere terricole,tranne alcune rare eccezioni, e pertanto posseggono un apparato radicale sotterraneo . Le loro foglie, invece, sono sempre intere e hanno sempre una struttura lineare, a volte carnosa, altre volta tubolare. A volte la loro forma è corta e arrotondata, altre volte si tratta di foglie appiattite ed ovoidali, altre ancora di forme lunga e cilindrica. Anche per quanto la loro disposizione non è sempre la stessa: a volte si tratta di foglie alternate, altre volte la disposizione è distica, molto raramente è invece opposta. Non mancano specie che formano delle rosette basali da cui poi spunta il ramo che porta le infiorescenze. In alcune specie, poi, le foglie sono delle semplicissime scaglie.Le orchidee sono piante appartenenti alla famiglia delle orchidaceae, e sono piante, come è stato già detto, molto diffuse. Ne esistono, infatti, circa 650 generi, e più di 25.000 specie, mentre gli ibridi superano il numero di 100.000, pertanto classificarle o dare una guida omogenea su come curarle può risultare un po’ difficile.
Si tratta di piante per la maggior parte epifite, ovvero che hanno radici soltanto aeree, altre invece che hanno radici semi-epifite, per cui vivono su rami o tronchi, anche morti, di altre piante, o anche su rocce coperte di pochi frammenti vegetali, come muschi e licheni. Altre specie, proprio quelle europee e mediterranee, sono invece terrestri , altre ancora sotterranee e altre semi-acquatiche.Per quanto riguarda le esigenze climatiche di una pianta, bisogna ricordarsi di non sottovalutarle mai, perché le piante hanno sempre determinate necessità in materia di luce o di umidità, e proprio per questo si tratta di esigenze che bisogna soddisfare per garantire una buona salute a questi vegetali.
Le orchidee provengono da climi tropicali, quindi il primo pensiero circa le loro esigenze in materia di clima porterebbe a credere che hanno bisogno della luce solare. Il ragionamento non è molto sbagliato: è giusto cercare di riprodurre l’ habitat naturale delle piante che si coltivano in modo da “metterle a loro agio”. Ma non bisogna dimenticarsi che non tutte le piante provengono dalla stessa area del mondo, quindi dalla stessa zona climatica. Pertanto, la cosa migliore da fare quando si vuole comprendere le esigenze climatiche della propria orchidea, è interrogarsi circa il suo luogo di origine.Non bisogna dimenticarsi di munire queste piante del giusto terriccio, che diventerà poi la loro dimora, e che quindi dovrà essere adatto alla loro crescita in quanto deve essere in grado di dare loro i giusti elementi nutritivi per la loro crescita.
Generalmente le orchidee amano vivere in substrati soffici, acidi, poveri di elementi minerali e non molto pesanti, anzi, piuttosto leggeri, in modo che consentano una buona aerazione. In genere, per raggiungere un substrato che sia capace di soddisfare queste necessità bisogna utilizzare della torba, dello sfagno, delle foglie, delle radici di felci, della terra di bosco e della corteccia di conifere. L’ importante, comunque, è che questo terriccio permetta il passaggio dell’ aria e anche e soprattutto dell’ acqua che viene impiegata per l’ innaffiatura, in quanto le orchidee temono molto i ristagni idrici. Comunque bisogna riconoscere che in alcune specie di orchidee il substrato serve come funzione nutritiva, mentre in altre specie ha una funzione di sostegno, come ad esempio nelle specie epifite. Queste ultime, infatti, così come anche le semiepifite, non vengono certo coltivate in vaso, bensì in cestini di legno, di filo metallico o di paglia, su piccole zattere di corteccia e materiale spugnoso ecc ecc.Per quanto riguarda l’ annaffiatura, bisogna ricordarsi che questa è indispensabile per le orchidee, perché deve fornirle l’ acqua necessaria per il suo sostentamento e per creare quel clima umido di cui le piante di orchidea necessitano. La loro frequenza e intensità ovviamente varia al variare della stagione, della presenza di un clima caldo o freddo.
In estate, o anche se le si coltiva all’ interno di un appartamento e anche in inverno lo si riscalda a dovere, l’ irrigazione deve avvenire minimo due volte a settimana e massimo quattro volte, mentre quando invece sono esposte al freddo, magari essendo coltivate in giardino o sul balcone, l’ annaffiatura può avvenire anche una volta sola alla settimana, in particolare per le piante epifite, anche se, se sono coltivate sospese, hanno più bisogno di acqua in quanto più esposte alla corrente e al’ aria. Ovviamente, bisogna sempre tener conto delle precipitazioni:ovviamente quando piove e fa freddo non è necessario annaffiare le piante. In particolare, per quelle orchidee provenienti da zone particolarmente aride, in occasione delle stagioni fredde è bene sospendere direttamente le annaffiature. L’ importante, per queste piante, è evitare di creare dei ristagni di acqua all’ interno del terriccio, che causa dei marciumi radicali, degli ingiallimenti e delle degradazioni dei pseudo bulbi. E’ bene utilizzare acqua piovana e non quella del rubinetto, la quale infatti contiene il cloro, particolarmente dannoso per le orchidee.La concimazione è necessaria per qualsiasi pianta, in quanto permette di aiutarla a crescere e a produrre con maggiore facilità e frequenza, munendola di tutto il necessario per svilupparsi e per sbocciare in perfetta salute. Anche per le orchidee è lo stesso, anche se in genere si tratta di piante particolarmente autonome. Anch’ esse, infatti, prendono, così come tutte le altre piante, gli elementi nutritivi dal terriccio, e li utilizzano per il loro sostentamento o anche con funzione di riserva.
In genere le orchidee non sono particolarmente esigenti in quanto ad elementi nutritivi, ma un concime particolarmente indicato per loro è un concime munito di una doppia porzione di azoto rispetto alla porzione di fosforo e di potassio. In genere, tale soluzione, va sostituita con frequenza variabile, dai 7 giorni alle quattro settimane.La magia dell'orchidea si perde nella notte dei tempi: tra streghe e stregoni che la utilizzavano nei loro elisir d’amore e di eterna giovinezza, oppure scrittori e pittori che associavano questo affascinante fiore alla bellezza e all'erotismo.
A seconda di tempi e luoghi, l'orchidea ha assunto una sua valenza particolare: in Oriente per esempio l'orchidea simboleggia la perfezione per la simmetria dei suoi petali, ma anche leggiadria e purezza: talvolta viene infatti regalata come omaggio ai bambini.In Occidente questo fiore è invece spesso correlato ad un sentimento di amore o di affetto: anche per la sua notevole capacità di adattarsi e di crescere ovunque (ad esclusione che in Antartide).Nell'uso comune è molto diffuso e gradito omaggiare la propria donna di un'orchidea, in particolare di colore rosa, per il 14° anniversario di matrimonio, o di color crema per il 28°.
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