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La Bactrocera oleae, comunemente chiamata mosca dell’ olivo (o delle olive), è un insetto che appartiene alle Dacinae, ed è il timore di tutti i coltivatori delle piante di olive: le loro larve sono delle minatrici della drupa dell’ olivo, e costituiscono un pericolo da non sottovalutare per questa pianta. Essa è una nemica delle piante appartenenti al genere Olea, in particolar modo dell’ olivo. E’ possibile trovarla in tutti i terreni che possono ospitare questa tipologia di piante, quindi nei territori mediterranei e in sudafrica e, negli ultimi anni, anche in California. La sua diffusione è molto maggiore delle regioni più umide e più fresche rispetto a quelle più aride, con stagioni secche, e la sua diffusione spesso può anche influenzare notevolmente la produzione delle piante appartenenti al genere Olea.
Per quanto riguarda il riconoscimento di questo parassita, non è difficile.
L’ uovo è lungo dai 0.7 ai 1. 2 mm circa ed è di forma allungata è leggermente schiacciata, dotato di un tubercolo che favorisce la respirazione dell’ embrione. La larva che ne fuoriesce percorre tre stadi (larva di 1°, 2° e 3° età, fino a raggiungere le fattezze di una larva avente una lunghezza di circa 7 mm, di colore bianco tendente al giallo e allungata. Una volta chiusasi nel pupario, la larva assuma la forma di pupa. Il pupario è lungo circa 4, 5 mm, ed ha un colore che varia dal bianco al giallo o al rosso, a seconda delle età delle pupe. Gli adulti che ne fuoriescono sono di circa 4, 5 mm. Gli adulti maschi differiscono dalle femmine poiché si caratterizzano dal fatto che l’ ala presenta un indurimento all’ apice della cellula anale, mentre l’ adulto femmina ha il capo giallo e due macchie circolari sotto le antenne. Gli occhi sono di colore verde tenente al blu, e il corpo può prevedere sia fasce e linee che piccole macchie. L’ addome è in genere di colore castano chiaro. Le uova vengono deposte a estate inoltrate, quando le mamme depongono nelle olive , attraverso una puntura, un solo uovo. La ferita della puntura, se fresca, è di colore verde, se vecchia, di colore brunastro. L’ uovo si schiude entro un periodo che varia, a seconda delle zone climatiche, dai 2 agli 8 giorni. I danni che le mosche dell’ olivo sono di tipo quantitativo e qualitativo. Le larve di II età provocano dei danni di tipo quantitativo diminuendo la polpa delle olive e quindi la resa in olio. Sotto l’ aspetto qualitativo, l’ olio colpito dalle larve è acido e meno conservabile.Per quanto riguarda la lotta di queste mosche dell’ olivo, abbiamo una lotta biologica e una lotta chimica. Per quanto riguarda la prima, bisogna effettuare determinati accorgimenti, ovvero: scegliere delle coltivazioni meno recettive, anticipare il momento della raccolta in modo da evitare che le femmine di mosca abbiano la possibilità di deporre le uova all’ interno delle olive, posizionamento di esche proteiche avvelenate con le quali eliminare le mosche, utilizzo di poltiglia bordolese, idrossididi rame, ossicloruri di rame e tutti i prodotti rameici che tengono lontani tali parassiti, controllo delle condizioni climatiche e utilizzo di insetticidi a bassi impatto ambientale.
Per quanto riguarda la lotta chimica, l’ olivo può essere trattato con insetticidi a base di DImetoato, Deltametrina e Phosmet. Di questi il più utilizzato è sicuramente il Dimetoato, in quanto ha un basso impatto sull’ olio ottenuto ed è idrosolubile, quindi va via attraverso il lavaggio delle piante, anche se nuove leggi potrebbero vietare il suo uso negli anni a venire. Un ulteriore aiuto viene dall’ azadiractina, repellente naturale estratto dall’ albero di Neem.
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