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Il terriccio è qualcosa di fondamentale per tutte le piante, dalle più piccole alle più grandi. Esso è tanto importante poiché, attraverso di esso, le piante sono capaci di vivere e di nutrirsi. Esso può essere quindi interpretato un po’ come la casa per gli uomini o la tana per gli animali, ma per le piante il terriccio ha una funzione ancora maggiore: in esso, infatti, sono presenti gli elementi nutritivi di cui la pianta si serve per nutrirsi e , quindi, per sopravvivere, e l’ acqua di cui necessita ogni giorno. Quindi il terriccio è anche il cibo quotidiano della pianta. Ovviamente, proprio come gli uomini, che quando mangiano cibi scadenti o avvelenati si ammalano, questo avviene anche alle piante, le quali, se vivono in un terriccio danneggiato dalla presenza di ristagni idrici, di parassiti o di altri elementi dannosi, si ammalano e riportano gravi conseguenze. E proprio come gli umani, che se non si nutrono muoiono, se il terriccio in cui le piante vivono non è più dotato di alcun elemento nutritivo, le piante appassiscono. Pertanto, quando si coltiva una pianta, la prima cosa da tenere in considerazione è che il terriccio deve essere quello idoneo per la pianta. Esso diventerà la sua casa (almeno temporaneamente se si procederà a futuri rinvasi) e il mezzo attraverso cui l’ uomo potrà nutrirla, mettendo al suo interno i concimi e l’ acqua delle innaffiature.
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Il terriccio, quindi, è il terreno in cui una pianta vive stabilmente o temporaneamente, in quanto spesso e volentieri, soprattutto quando ormai il tericcio non è più dotato di alcun elemento nutritivo, si procede con il rinvaso della pianta. Il terriccio, quindi, è del terreno nel quale sono presenti molti elementi nutritivi, e che deve riprodurre quanto più fedelmente possibile le caratteristiche del terreno in cui quella determinata pianta si sviluppa e cresce in natura. Esso può provenire da boschi, da campagne o anche dal compostaggio di rifiuti. Ma cosa c’è all’ interno del terriccio? Come viene composto? Sicuramente, chi si occupa di compostaggio saprà rispondere a questa domanda, ma risulta comunque utile ricordare che il terriccio è composto da tre parti, ovvero una parte vegetale, composta da foglie, radici, semi ecc (l’ importante è che tutto ciò non sia infetto o malato), da una parte argillosa, come ad esempio l’ argilla, e da una parte inerte, ovvero formata da quei materiali che favoriscono il drenaggio, come la sabbia e i ciottoli.
Vi sono distinzioni anche più nette fra tipologie di materiale vegetale, tipologie di materiale argilloso e tipologie di materiale inerte. Si tratta di distinzioni che determinano anche la struttura del terriccio stesso, come ad esempio la sua capacità drenante, la sua leggerezza o il suo contenuto di elementi nutritivi. L’ importante, in genere, è che il terriccio sia leggero, che favorisca il drenaggio dell’acqua e quindi non i ristagni idrici, e che al suo interno i vari componenti siano presenti in dosi equilibrate. Tuttavia, bisogna anche tenere in considerazione le esigenze delle piante: ve ne sono alcune particolarmente esigenti di nutrienti, ed altre poco esigenti in questo senso. Quindi ad ogni pianta, il suo terriccio.
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