Quando ci si occupa di piante bisogna tener presente che si tratta di veri e propri esseri viventi, e in quanto tali, essi hanno delle specifiche esigenze di vario tipo: circa la temperatura dell’ ambiente, circa la sua umidità, circa il terriccio utilizzato, circa la quantità di acqua o di luce solare ecc ecc. Tutte queste necessità devono essere necessariamente soddisfatte, almeno se si vuole garantire al vegetale un’ ottima salute, e non bisogna dimenticare che una pianta, per essere generosa nella produzione, e quindi anche di una certa bellezza e di un certo valore ornamentale, deve essere anche ben curata.
Per vivere bene, in genere la pianta ha bisogno dei classici accorgimenti, che sono i seguenti: una buona posizione che assecondi la sua esigenza in materia di luce, umidità e temperatura, una buona fertilizzazione del terreno prima della messa a dimora, delle annaffiature in grado di sopperire al fabbisogno di acqua della pianta, delle concimazioni per aiutare la pianta durante le sue fasi di crescita e di produzione, una potatura per fare in modo che il vegetale sia privo di elementi dannosi o comunque inutili, un’ accurata prevenzione e cura di malattie e infestazioni . Ovviamente, per fare in modo che tutte queste operazioni siano giustamente eseguite, non bisogna seguire i propri tempi, ovvero non bisogna operare soltanto quando se ne ha voglia, perché i ritmi biologici delle piante sono, ovviamente, completamente indipendenti dalla volontà del loro “padrone”. Pertanto, è necessario che, una volta acquistata la pianta, ci si dedichi ad essa con costanza e attenzione, evitando qualsiasi trauma o problema alla pianta, prevenendo malattie, infezioni, deformazioni o infestazioni e facendo in modo che essa abbia tutto il necessario di cui necessita per vivere e per essere in ottima forma. Per questo si consiglia sempre di scegliere di coltivare una pianta soltanto quando si ha una forte passione per esse e , soprattutto, quando si è sicuri che si avrà il tempo e la disponibilità per curarle come si deve. Altrimenti, ne risentirà la salute della pianta, la sua produzione di foglie, fiori o eventuali frutti, e ovviamente sarà inevitabilmente compromesso il suo valore ornamentale, perché è indiscutibile il fatto che una pianta sia anche molto bella da vedere, ma si sa bene che quando essa è malata tali segni si manifestano anche esteriormente.
Per quanto riguarda la concimazione, si tratta di una fase molto importante, che ha lo scopo di dare alla pianta tutti gli elementi nutritivi di cui essa necessita nella fase della produzione. E’ vero che le piante sintetizzano, grazie alla fotosintesi clorofilliana, tutte le sostanze nutritive che sono necessarie per il loro sostentamento , e ne conservano per garantire una discreta sopravvivenza della pianta anche quando questa ne avrà più bisogno o quando, per un determinato periodo di tempo, non potrà effettuare la sintesi.
Tuttavia, è uso di un buon coltivatore, “aiutare” la pianta durante le fasi della produzione in modo da incentivarla a produrre maggiormente e, magari, più in fretta di quanto ha previsto madre natura. Spesso,poi, la concimazione ha lo scopo di fare in modo di rendere il terreno una vera e propria dimora del vegetale, dalla quale, però, quest’ ultimo possa attingere anche il nutrimento. In poche parole, quando il terreno è usurato e andrebbe cambiato, con la concimazione è possibile aspettare ancora un po’ prima dell’ effettivo rinvaso, che risulta comunque inevitabile, anche se posticipato.
Degli elementi nutritivi che vengono somministrati alle piante, si può fare una distinzione in base all’ essenzialità. Secondo questo criterio, è possibile distinguerli in “essenziali per tutte le specie vegetali”, “essenziali per alcune specie” e “non essenziali”. Tra tutti, questi ultimi in genere vengono assorbiti dalle piante ma non hanno alcuna funzione, a parte poi alcuni elementi, come ad esempio il piombo, il mercurio e il cadmio, che sono chiamati metalli pesanti e che vengono assorbiti dalle piante se presenti accidentalmente nel suolo, magari a causa dell’ inquinamento, e che, una volta entrati a far parte dei tessuti vegetali, svolgono un’ azione tossica sia per gli uomini che per gli animali che li ingeriscono.
Per quanto riguarda gli elementi essenziali, invece, questi sono:l’ azoto, il fosforo, il potassio, il calcio, lo zolfo, il magnesio, il cloro, il ferro, ilrame,lo zinco, il manganese, il boro, il molibdeno, il carbonio, l’ ossigeno e l’ idrogeno, anche se gli ultimi tre non sono considerati come elementi nutritivi.
Per quanto riguarda gli elementi essenziali sono per alcune piante, invece, vi sono: il sodio, il selenio, il silicio, il cobalto, lo iodio e il vanadio, e, come dice il loro stesso nome, sono importanti soltanto per alcune specie.
Quando ci si occupa di piante bisogna tener presente che si tratta di veri e propri esseri viventi, e in quanto tali, essi hanno delle specifiche esigenze di vario tipo: circa la temperatura dell’ ambiente, circa la sua umidità, circa il terriccio utilizzato, circa la quantità di acqua o di luce solare ecc ecc. Tutte queste necessità devono essere necessariamente soddisfatte, almeno se si vuole garantire al vegetale un’ ottima salute, e non bisogna dimenticare che una pianta, per essere generosa nella produzione, e quindi anche di una certa bellezza e di un certo valore ornamentale, deve essere anche ben curata.
Per vivere bene, in genere la pianta ha bisogno dei classici accorgimenti, che sono i seguenti: una buona posizione che assecondi la sua esigenza in materia di luce, umidità e temperatura, una buona fertilizzazione del terreno prima della messa a dimora, delle annaffiature in grado di sopperire al fabbisogno di acqua della pianta, delle concimazioni per aiutare la pianta durante le sue fasi di crescita e di produzione, una potatura per fare in modo che il vegetale sia privo di elementi dannosi o comunque inutili, un’ accurata prevenzione e cura di malattie e infestazioni . Ovviamente, per fare in modo che tutte queste operazioni siano giustamente eseguite, non bisogna seguire i propri tempi, ovvero non bisogna operare soltanto quando se ne ha voglia, perché i ritmi biologici delle piante sono, ovviamente, completamente indipendenti dalla volontà del loro “padrone”. Pertanto, è necessario che, una volta acquistata la pianta, ci si dedichi ad essa con costanza e attenzione, evitando qualsiasi trauma o problema alla pianta, prevenendo malattie, infezioni, deformazioni o infestazioni e facendo in modo che essa abbia tutto il necessario di cui necessita per vivere e per essere in ottima forma. Per questo si consiglia sempre di scegliere di coltivare una pianta soltanto quando si ha una forte passione per esse e , soprattutto, quando si è sicuri che si avrà il tempo e la disponibilità per curarle come si deve. Altrimenti, ne risentirà la salute della pianta, la sua produzione di foglie, fiori o eventuali frutti, e ovviamente sarà inevitabilmente compromesso il suo valore ornamentale, perché è indiscutibile il fatto che una pianta sia anche molto bella da vedere, ma si sa bene che quando essa è malata tali segni si manifestano anche esteriormente.
Per quanto riguarda la concimazione, si tratta di una fase molto importante, che ha lo scopo di dare alla pianta tutti gli elementi nutritivi di cui essa necessita nella fase della produzione. E’ vero che le piante sintetizzano, grazie alla fotosintesi clorofilliana, tutte le sostanze nutritive che sono necessarie per il loro sostentamento , e ne conservano per garantire una discreta sopravvivenza della pianta anche quando questa ne avrà più bisogno o quando, per un determinato periodo di tempo, non potrà effettuare la sintesi.
Tuttavia, è uso di un buon coltivatore, “aiutare” la pianta durante le fasi della produzione in modo da incentivarla a produrre maggiormente e, magari, più in fretta di quanto ha previsto madre natura. Spesso,poi, la concimazione ha lo scopo di fare in modo di rendere il terreno una vera e propria dimora del vegetale, dalla quale, però, quest’ ultimo possa attingere anche il nutrimento. In poche parole, quando il terreno è usurato e andrebbe cambiato, con la concimazione è possibile aspettare ancora un po’ prima dell’ effettivo rinvaso, che risulta comunque inevitabile, anche se posticipato.
Degli elementi nutritivi che vengono somministrati alle piante, si può fare una distinzione in base all’ essenzialità. Secondo questo criterio, è possibile distinguerli in “essenziali per tutte le specie vegetali”, “essenziali per alcune specie” e “non essenziali”. Tra tutti, questi ultimi in genere vengono assorbiti dalle piante ma non hanno alcuna funzione, a parte poi alcuni elementi, come ad esempio il piombo, il mercurio e il cadmio, che sono chiamati metalli pesanti e che vengono assorbiti dalle piante se presenti accidentalmente nel suolo, magari a causa dell’ inquinamento, e che, una volta entrati a far parte dei tessuti vegetali, svolgono un’ azione tossica sia per gli uomini che per gli animali che li ingeriscono.
Per quanto riguarda gli elementi essenziali, invece, questi sono:l’ azoto, il fosforo, il potassio, il calcio, lo zolfo, il magnesio, il cloro, il ferro, ilrame,lo zinco, il manganese, il boro, il molibdeno, il carbonio, l’ ossigeno e l’ idrogeno, anche se gli ultimi tre non sono considerati come elementi nutritivi.
Per quanto riguarda gli elementi essenziali sono per alcune piante, invece, vi sono: il sodio, il selenio, il silicio, il cobalto, lo iodio e il vanadio, e, come dice il loro stesso nome, sono importanti soltanto per alcune specie.
Per quanto riguarda questa particolare tipologia di concimazione, bisogna dire in primis che i concimi chimici, chiamati ance concimi minerali, sono dei prodotti delle industrie che hanno lo scopo di fertilizzare il terreno e pertanto hanno al loro interno tutti gli elementi nutritivi di cui le piante hanno bisogno in modo bilanciato, o per meglio dire, idoneo, al tipo di coltura che il concime è destinato ad “aiutare”, se così si può dire. Pertanto, è possibile reperire varie tipologie di concimi chimici: alcuni sono ricchi di fosforo, quindi molto idonei per incentivare la crescita delle radici, altri sono invece ricchi di azoto, importanti invece per la massa fogliare e quindi per le chiome degli alberi o anche per i manti erbosi, altri sono super-muniti di fosfati, quindi aiutano le piante da fiori nella loro crescita, altri ancora posseggono una notevole parte di potassio, quindi sono particolarmente adatti per la fioritura o la fruttificazione ecc ecc.
semplici. I concimi chimici composti,infatti, sono quelli in cui sono contenuti più elementi fertilizzanti, mentre quelli semplici sono quelli che contengono un solo elemento fertilizzante. Ovviamente, per determinare se un
è semplice o composto bisogna tener conto della percentuale in cui sono presenti tutti gli elementi, che è possibile notare sulla confezione.
Al di la di queste divisioni, la vera caratteristica dei concimi chimici,però, sta nel fatto che si tratta di prodotti realizzati industrialmente, e non con prodotti naturalim, e ovviamente dipende proprio da questo il fatto che si tratti comunque di concimi che, a lungo andare, potrebbero causare dei problemi alle culture, in particolare alla qualità dei prodotti e al loro sapore, ma che potrebbero compromettere anche la salute della pianta e di chi ne ingerisce i frutti. Si tratta, quindi, di concimi a cui è meglio ricorrere soltanto raramente, preferendo sempre il metodo naturale, che non può far male, e che non delude mai.
Per quanto riguarda i vantaggi che si possono riscontrare utilizzando dei concimi chimici, sicuramente uno è quello della facile reperibilità. Essi, infatti, possono essere facilmente reperiti presso vivai o negozi che si occupano della vendita di articoli per il giardinaggio, come ad esempio brico o leroy melin, e possono essere comperati e somministrati alla pianta in modo molto comodo, facile e veloce, in poco tempo e senza troppa fatica. Quelli naturali, invece, richiedono molto più tempo per quanto riguarda la preparazione, se si decide di fabbricarli in casa tramite la comune tecnica del compostaggio, o più fatica per quanto riguarda la reperibilità, perché si tratta comunque di prodotti molto meno comuni sugli scaffali dei negozi suddetti. Inoltre, essendo i concimi chimici venduti in appositi contenitori, è anche molto più semplice il dosaggio, mentre per quelli naturali le dosi da somministrare devono essere decise ad intuito o sotto consiglio, ma comunque con un margine di errore.
Tuttavia è comunque innegabile che la fertilizzazione avvenuta tramite stallatico maturo, in particolare per piante destinate alla produzione di frutta, verdura e ortaggi in genere, assicura una genuinità dei prodotti sicuramente di gran lunga superiori ai concimi chimici, che comunque possono creare dei problemi proprio per quanto riguarda gli equilibri biologici delle piante e la loro produzione.
“impigrisce” il terriccio, che non ha così nessuno stimolo a ricostruire spontaneamente la propria fertilità.
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