Blocchi di tufo

Il colore va dal bianco pallido al grigio scuro, ha un elevato contenuto di SiO2, ed è utilizzato per oltre il 55% nella composizione del cemento. Il tufo calcareo si forma quando l'acqua ricca di calcare evapora, lasciando calcite cristallizzata (carbonato di calcio) spesso con presenza di ossidi di ferro (ruggine), che danno al tufo la sua colorazione giallo e rosso. In zone vulcaniche si forma su scogliere, grotte e pareti di cava calcarea naturale. Il tufo calcareo è una varietà formata dalla precipitazione di minerali di carbonato di corpi d'acqua a temperatura ambiente. Sorgenti di acqua calda geotermica e riscaldata, a volte, producono simili (ma meno porosa) depositi di carbonato noti come travertino. Il colore è crema chiaro a luce bianca, a volte rosso leggermente verdastro a seconda degli ossidi che contiene. Grazie alla sua porosità e capacità di assorbimento, il tufo calcareo è impermeabile come lo si evidenzia in piastrelle di tufo (soprattutto calcareo) montati su aree con alto tasso di umidità, l'acqua assorbe e si dissipa nei suoi pori, lasciando le superfici completamente asciutte. Inoltre è l’ideale per realizzare strutture fono assorbenti.
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Gli usi comuni del tufo

Il tufo è uno degli elementi naturali più diffusi per la realizzazione di numerose tipologie di costruzioni come ad esempio fontane da interno e da esterno, fioriere, per formare una parete rocciosa in giardini, per creare bordure ed è anche un ottimo filtro (grazie alla porosità) utilizzato spesso in acquari tropicali per la purificazione dell’acqua. Nell’edilizia gli usi più comuni del tufo sono la realizzazione di piastrelle di spessore oscillante tra i tre e i cinque centimetri, granulati per malte e calcestruzzi e per la realizzazione di case che già venivano costruite con il tufo 100 anni fa ed oggi, se ne riconoscono le ottime doti in quanto queste strutture sono fresche in estate e calde in inverno, grazie alla porosità che permette al materiale di accumulare o di espellere il calore in un tempo molto breve. Queste proprietà traspiranti consentono quindi di realizzare diversi tipi di rivestimenti murali, come ad esempio la realizzazione di piastrelle sottili che si rivelano molto utili quando raggiungono uno spessore di almeno cinque centimetri, come isolante termico ed acustico. Le piastrelle di tufo possono inoltre essere utilizzate non solo per rivestimenti di pareti interne, ma anche per la realizzazione di colonne, pilastri, scantinati, cantine e camini, perché questo materiale oltre ad eliminare l’umidità dai muri di casa è in grado di mantenere l'aria secca, in particolare se le case non sono riscaldate in inverno. Per gli esterni gli usi delle piastrelle di tufo sono molto diffusi per la creazioni di facciate, colonne, recinzioni, cantine, ecc. L’aspetto raffinato, un tocco di antico, la sua consistenza, il colore e la forma della pietra di tufo la rende l’ideale per realizzare un ‘opera d'arte, come ad esempio piastrelle per i mosaici e sculture come ad esempio quelle che sono ben visibili nel centro storico di Lecce, dove vi è proprio la cosiddetta pietra leccese.


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Varietà e lavorazione del tufo

blocchi di tufoIl tufo è molto diffuso in Italia, soprattutto in quella centro-meridionale e da sempre, è utilizzato come materiale da costruzione. A seconda della zona da cui viene estratto si può classificare in tufo napoletano, dal tipico colore giallo ocra intenso; tufo di Ischia, dalle sfumature verde chiaro o verde grigio; tufo vesuviano di Ercolano e Pompei dal tipico colore lavico (scuro); tufo di Teano dal colore bruno o grigio-violaceo, tufo laziale con svariate colorazioni dal grigio chiaro a quello scuro fino al rossastro- bruno della zona del Salento che ne è ricca, e presenta una struttura addirittura con tonalità vicinissime al bianco. Quando il tufo viene ricoperto da intonaci e malte, tuttavia perde gran parte dei suoi poteri traspiranti e spesso queste sono cause del degrado del materiale, che comincia a sgretolarsi e a polverizzarsi con un sostanziale indebolimento strutturale. Per rimediare a questi inconvenienti esistono diversi tipi di interventi specifici per risanarlo. Questi interventi devono comunque essere tempestivi, in quanto la friabilità, una volta che si estende a tutta la pietra diventa irreparabile. Ecco quindi che in base al tipo di danno si interviene in modo adeguato.


Blocchi di tufo: Manutenzione tufo

Innanzitutto si inizia con un’accurata opera di pulizia dell’intera superficie, con l’utilizzo di una spazzola di tipo meccanico, che ha lo scopo di portare la pietra a "nudo" liberandola definitivamente dall’intonaco residuo. Nello stesso tempo la pietra di tufo va irrorata con acqua per compattare le parti in avanzato stato di polverizzazione, fino a renderla di nuovo solida. Dopo la fase di tamponamento, vanno rimosse anche le malte tra le giunture e ciò avviene manualmente e con cura, in quanto anch’esse sono praticamente prive di forza e non garantiscono più la compattezza e la legatura solida. Una volta rimosse anche quest’ultime se ne inserisce della nuova a base di calce specifica per tufo in quanto elastica e perfettamente modellabile tra i vari elementi murari, tale da assicurare stabilità e far ritornare la parete all’efficienza strutturale originaria. Il tufo, essendo una pietra bella anche da ammirare spesso viene preferita faccia a vista e questa operazione è possibile dopo i suddetti interventi di risanamento. Molte persone allora anziché rivestirle di nuovo con intonaci, una volta effettuato il restauro preferiscono tinteggiarla con del flatting in modo da ottenere una pellicola protettiva, che da un lato compatta le particelle evitando di sgretolarsi alle intemperie e dall’altro essendo sottile consente comunque alla pietra di tufo di respirare e durare a lungo.


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