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Le piante spontanee sono ottime rivelatrici del suolo e sono una preziosa fonte di informazioni per coloro che sanno decifrare il loro linguaggio e ne conoscono le esigenze e le caratteristiche: esse rivelano le condizioni di umidità o aridità, acidità o basicità del terreno, degli elementi nutritivi e dei minerali presenti, del clima prevalente, dei venti, delle acque presenti nel sottosuolo, come anche delle precedenti coltivazioni effettuate sul terreno in cui compaiono.
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Per fare qualche esempio, le erbe che vivono in terreni acidi sono il romice, il polygonum, la potentilla e la coda cavallina, la pelosella e la centaurea marrone e la loro presenza, specie se consistente, rivela che il terreno sta acidificandosi e il suo Ph si sta abbassando. Questo può essere dovuto alla presenza di acqua che ristagna per lunghi periodi, a coltivazioni di monocolture anno dopo anno, a lavorazioni sbagliate o effettuate quando il terreno era bagnato, compromettendone l'aerazione. La proliferazione di senape dei campi, vilucchio, gramigna, camomille rivela la presenza di una crosta o di uno strato impermeabile nel sottosuolo. Piantaggine, centonchio, ranuncolo, dente di leone e ortica indicano la presenza di coltivazioni e un terreno ricco di azoto e sostanze nutritive; nei terreni con molto potassio si diffonde lo stoppione. Non si guarda la presenza della singola erba per determinare la natura del terreno, ma la prevalenza di alcune specie o di altre. Il segnale più importante del variare della natura del terreno, inoltre, è dato proprio dalla tendenza a comparire o a scomparire di alcune erbe.
Moltissimi sono anche i benefici che le "erbacce" producono all'organismo, oltre che al terreno. Vediamo alcuni utilizzi di alcune tra quelle più conosciute:
- la cicoria selvatica è comunissima e perenne; la radice è usata in erboristeria come amaro e tonico. E' ipoglicemizzante e depurativa e rappresenta una delle migliori insalate selvatiche, ottima anche lessata o stufata. Anticamente, dalla radice si otteneva un surrogato del caffè.- la gramigna è cosmopolita e onnipresente; si usano le foglie tenere e i germogli prima che fuoriescano dal terreno. Molto usata in fitoterapia per le spiccate capacità coadiuvanti nella calcolosi e come potente diuretico. I teneri germogli, lessati e conditi con olio, sono nutrienti e gustosi.- l'ortica è un'altra pianta conosciutissima della quale si utilizza tutta la pianta ed è buonissima lessata. Ha proprietà emostatiche, antireumatiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici e antiflogistiche. E' famosa come ripieno, nelle sfoglie o anche in zuppe e frittate.- del tarassaco, comune ovunque, nei prati incolti, si utilizza la pianta intera o le foglie ed è il simbolo delle piante selvatiche commestibili; crudo, ha un gusto amarognolo molto piacevole, mescolato ad altre insalate. E' tonico, diuretico e colagogo ed un potente depurativo del fegato.- la malva viene qualche volta coltivata per uso medicinale. Le cime tenere e le giovani foglie hanno proprietà antiflogistiche, lassative, oftalmiche. Cruda, ha un ottimo sapore ed è buona anche in zuppe o risotti; si utilizzano anche i fiori.- la portulaca si propaga con grande facilità per l'elevatissimo numero di semi che produce. Depurativa e diuretica, si usa cruda o cotta; lessata e condita con buon olio risulta gustosissima.- i topinambur sono un cibo poco conosciuto ma buonissimo dal sapore che ricorda il carciofo; la loro coltivazione è facilissima, crescono ovunque e non hanno bisogno di cure. Si mangiano i tuberi e sono adatti a diete per diabetici non contenendo glucosio.Una ricetta per una insalata primaverile gustosa, depurativa e diuretica? Mescoliamo lattuga, songino, tarassaco, foglie tenere di cicoria selvatica e fiori di malva.
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