Clematis

Storia e curiosità

La clematis, il cui nome deriva dal greco "klema" che significa vitigno, è originaria delle zone temperate o temperato-fredde di America, Cina e Siberia. Questo grazioso rampicante deciduo che cresce anche spontaneamente nei boschi con tendenza ad attorcigliarsi ai tronchi degli alberi, in Italia è noto a partire dal Medioevo, quando veniva utilizzata per curare piaghe ed ulcere ed i suoi germogli trovavano impiego nell’arte culinaria per la preparazione di deliziose frittate. I suoi tralci flessibili ma resistenti venivano impiegati dai contadini per legare fascine di legna o confezionare cesti. Oggi la clematis viene utilizzata in medicina omeopatica per curare infiammazioni, depressione e amnesie, mentre nei paesi nordici si usa fumarne il fusto.

Le specie principali di clematis si possono suddividere in due gruppi: a piccolo fiore e ibridi a grandi fiori, le quali possono continuare a fiorire fino all’autunno. Alcune specie sono dotate di capacità pollonifera, cioè possono riprodurre altre piante direttamente dalla radice.

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Coltivazione della clematis

clematide Quando si acquistano le piantine al vivaio scegliere quelle che presentano più getti perché garantiscono maggiore qualità e robustezza.

La messa a dimora della clematis, che si può coltivare anche in vaso purché in estate lo si protegga dal caldo, va effettuata in terreni fertili e ben drenati da ottobre a marzo, in zona ombreggiata a 30-40 centimetri di distanza da muri non esposti a sud. Per la piantagione sono adatti pure terreni calcarei, purché ricchi in humus o in terriccio di foglie.

La chioma della clematis può anche crescere esposta al sole, mentre le radici devono restare sempre ombreggiate perché temono parecchio il caldo. A tale riguardo è opportuno effettuare una pacciamatura spessa almeno 8 centimetri in primavera o sistemare alcune pietre attorno alla base delle piantine, oppure ombreggiarne il piede piantandovi accanto piccoli cespugli. Per agevolare la crescita della clematis si consiglia di fissarne delicatamente i fusti a tutori o tralicci.

La clematis utilizza i piccioli delle foglie per avvolgersi attorno ai sostegni e tende a crescere molto rapidamente, tanto che la sua specie "montana" può arrivare anche fino a 12 metri di altezza. La folta chioma di questo rampicante copre perfettamente alla vista qualunque tipo di rete plastificata o metallica.

La clematis può essere utilizzata anche come coprisuolo: stimolata ad attorcigliarsi su appositi fili di ferro posti a poca distanza da terra può creare graziose aiuole fiorite di bell’effetto.

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    Clematis: Cura della clematis

    clematis rampicante La coltivazione della clematis non richiede grande impegno, infatti per ottenere una rapida crescita e magnifiche fioriture sono sufficienti piccole accortezze.

    Prima della fioritura è consigliabile somministrare al rampicante un apposito fertilizzante liquido una volta alla settimana, quindi sospenderlo del tutto.

    Nei periodi siccitosi la clematis va annaffiata abbondantemente, mentre durante l’inverno va protetta dal gelo con fogli di plastica, con l’accortezza di coprire anche le radici con torba o paglia.

    Sarebbe bene evitare le potature, a meno che si voglia contenere una crescita eccessiva; in questo caso le specie da fiore vanno potate in autunno, mentre quelle senza fiore si potano in primavera.

    La clematis è facilmente preda di lumache che ne divorano i germogli, contro le quali esistono in commercio appositi veleni o esche di facile utilizzo. Se si nota la presenza di afidi che danneggiano gli apici e le foglie è sufficiente utilizzare un comune insetticida che va irrorato ogni quindici giorni.

    Il rampicante va anche protetto, con reti metalliche poste alla base, dai roditori che amano rosicchiarne i germogli e le radici.

    Se la pianta venisse attaccata dall’oidio o mal bianco, dopo la disinfestazione sarebbe meglio estrarla dal terreno e ripiantarla altrove.



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