le ortensie

Origini e curiosittà

La particolarità delle ortensie sono i piccoli fiorellini che, riuniti in infiorescenze formano dei globi - detti corimbi o pannocchie - più o meno sferici e piuttosto grandi e scenografici. Le sue capsule seminali sembrano delle piccole conche d'acqua e si pensa che proprio da qui derivi il suo nome botanico: Hydrangea, parola che al suo interno rivela la parola "acqua" nella lingua greca. In molti non sanno che l'ortensia ha proprietà medicinali. Le sue radici venivano utilizzate dagli indiani Cherokee come efficace diuretico, come cura per la dispepsia e il meteorismo. Ancora oggi in alcune farmacie ed erboristerie, si trovano in vendita speciali preparati a base di radice di ortensia. Ma questo fiore in Oriente viene ancora utilizzato, in alcune sue parti, per la produzione artigianale di una particolare carta pregiata.

A classificare la pianta per la prima volta fu il botanico svedese Carl Peter Thunberg nel 1775 ma a dargli il nome di Hortensia fu Philibert Commerson, un altro botanico .

E fu grazie al botanico dello zar, Carl Johann Maximowicz che nel corso dell'800 l'ortensia cominciò a diffondersi in Russia e pian piano nel vecchio continente.

Verso la fine del secolo infatti, le ortensie erano di moda in tutta Europa ma si coltivavano principalmente in vaso: solo più tardi iniziarono ad abbellire giardini e parchi.

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Coltivazione e cura

Coltivazione e cura Le ortensie sono adattabili e molto forti. Non temono insetti o malattie vere e proprie: il loro peggiore nemico è il vento gelido a primavera inoltrata e uno scarso apporto idrico da parte dell'uomo. Il loro habitat ideale è dunque un posto riparato, magari nel giardino a ridosso di un muro. Adorano l'ombra ma non disdegnano i raggi solari; vivono in qualsiasi tipo di terreno anche se uno ricco e grasso è meglio di uno povero di humus e sabbioso. L'importante comunque è che alla pianta, che esige una regolare innaffiatura - si pensi che gli esemplari più grandi di ortensia richiedono anche 50 litri di acqua giornalieri -, sia garantito un buon drenaggio. L'ortensia è perenne e non teme le temperature rigide, resistendo bene fino a 7-8 gradi sotto zero e per ciò che riguarda la potatura, bisognerebbe limitarsi ad una ripulitura dei rami e dei fiori secchi, e al taglio degli steli più fragili. Secondo l'opinione comune però il vecchio fiore dovrebbe essere lasciato sulla pianta fino a primavera poiché proteggerebbe i nuovi germogli dal freddo. Nelle piante più vecchie è bene ricordarsi di lasciare ai fusti, a livello del suolo, una buona luminosità togliendo rami e foglie troppo fitti. Tuttavia la loro potatura non è essenziale: se lasciate crescere in modo naturale, le ortensie danno vita a maestosi e irregolari cespugli ricchi di foglie verdi, che bene si adattano agli angoli dei più grandi giardini. Tra i sistemi che consentono alle ortensie di crescere al meglio si consiglia di effettuare la pacciamatura nei mesi invernali, per proteggere le radici dal clima rigido: scorze tritata, torba acida e lo sminuzzamento in piccoli pezzi dei loro rami tagliati, posizionati alla base della pianta, permetteranno alle ortensie di resistere al gelo.

Per quanto riguarda la loro riproduzione, ci si deve affidare alla talea. E' necessario prelevare talee erbacee o semilegnose dai rami laterali senza fiori, lasciando sullo stelo quattro foglie e mettendole a produrre radici all'ombra, sottovetro, nella sabbia, dal mese di luglio a quello di settembre.

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    le ortensie: Acidità del terreno e coltivazione

    ortensieIl ph stabilisce il fattore di acidità del terreno ed è proprio questo che determina il colore dei fiori dell'ortensia - pianta acidofila -, in particolare nelle variazioni della Hydrangea Serrata e della Hydrangea Macrophylla.

    Con un ph di 6-6,5 ed un terreno alcalino, le ortensie saranno facilmente rosse o rosa mentre un ph di 4,5-5 (terreno acido) favorirà una colorazione che vira tra il bianco, il viola e il blu. Sebbene sia sempre meglio assecondare la natura, per avere tinte intense e inalterate, è possibile anche dare una spinta per "pilotare" la colorazione a proprio piacimento. Al terreno infatti, per mezzo dell'innaffiatura, si potranno aggiungere del carbonato di calcio per avere ortensie rosa o rosse e del solfato di alluminio per ottenere tonalità più bluastre.


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