Per farla breve un noto schermo LCD presenta al suo interno una sorgente d'energia in grado di illuminare i cristalli liquidi che sono stipati nelle varie celle del display. Gli OLED invece sono in grado di emettere della luce propria, senza alcun ausilio. E' facile intuire come questa basilare differenza renda possibile un sostanziale risparmio energetico. Inoltre, sfruttando i sottilissimi film, per lo più composti da carbonio, di cui gli OLED sono composti, è possibile stamparli su svariate tipologie di materiali, anche flessibili volendo, dando vita a un ipotetico display modellabile tra le mani e adattabile a varie forme di compressione. Il tutto è reso possibile da una tecnologia simile a quella ormai nota del getto d'inchiostro. Finora si è parlato di risparmio energetico, che di conseguenza vuol dire risparmio economico, il che basterebbe, soprattutto se aggiunto a una maggiore nitidezza e luminosità. Va detto però che gli OLED nascondono un ulteriore vantaggio, ovvero l'angolo di visione. Questo è decisamente più ampio rispetto agli LCD e al Plasma, consentendo di vedere delle immagini da angolazioni improponibili con la stessa qualità garantita da una visione frontale.
Occorre per sottolineare come questa tecnologica innovativa non sia però del tutto priva di limiti. Gli OLED infatti dipendono unicamente dalla durata dei composti organici di cui sono composti e che sono gli unici responsabili del loro funzionamento. Attualmente infatti un OLED blu, ovvero uno di quelli adoperati per i display flat, riesce raramente a superare le 5mila ore, il che rappresenta un traguardo di gran lunga inferiore rispetto alle 50-60mila ore di un display LCD. Alcune ricerche però hanno dimostrato come sia possibile spremere tali componenti, riuscendo in questo modo a effettuare un incredibile salto, da 5mila ore a 20mila. I modelli che hanno raggiunto questo traguardo sono i cosiddetti PHOLED, modelli più avanzati, che comunque risultano indietro in termini d'efficienza rispetto ai propri predecessori. Come sempre occorre precisare che l'acqua è una nemica giurata dei display, ma in questo caso la situazione pare addirittura più critica. Pare infatti che anche una minima intrusione di liquido possa distruggere i materiali organici. Una vera condanna per i maniaci delle pulizie. Di certo è possibile sigillare il proprio OLED, ma in questo caso si verrebbe a perdere una grande percentuale delle capacità di flessibilità.
La prima azienda a muoversi in tal senso è stata di certo la Lg, che di recente ha portato sul mercato il suo 55 pollici, con display OLED e struttura curva. Tale scelta, assicurano gli esperti, non è puramente estetica, come alcuni scettici potrebbero pensare. Questa è stata compiuta soprattutto per una questione qualitativa. In questo modo infatti ogni singolo punto dello schermo è costantemente alla stessa distanza dagli occhi di chi guarda. Al momento però il costo rappresenta senza ombra di dubbio un grande neo. Il modello della compagnia coreana infatti è arrivato sugli scaffali con un cartellino da 8.999 euro. Si assicura però che la seconda metà del 2014 porterà con sé dei netti cali dei costi, garantiti soprattutto dalla lenta diffusione degli OLED, che di certo tra qualche anno avranno definitivamente conquistato mercato hi-tech.
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