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Il clima migliore per la coltivazione in orto del timo è quello temperato delle zone mediterranee; tuttavia esso cresce un po’ dappertutto senza dimostrare particolari esigenze. Per la coltivazione bisogna evitare i ristagni di acqua, quindi le innaffiature pur abbondanti devono essere ben distribuite e possibilmente tramite irrigatore nebulizzante. Al momento della semina è fondamentale la scelta di un luogo esente da zone ombreggiate in quanto predilige costanti esposizioni ai raggi del sole. Se procediamo alla coltivazione per seme questa avviene in tarda primavera ossia verso la fine di aprile e quest’ultimi vanno raccolti in un semenzaio. In questo caso si prende una cassetta rettangolare di circa quaranta centimetri di lunghezza con all’interno terriccio e sabbia fine. Il semenzaio va protetto, non va esposto a correnti di aria, deve essere conservato in un luogo con umidità costante e ad una temperatura intorno ai venti gradi. L’innaffiatura deve essere frequente ed abbondante. E’ importante quando si acquista o si costruisce il contenitore che funge da semenzaio assicurarsi che ci sia la possibilità di coprirlo. La forma più semplice è una cassetta di legno con coperchio di vetro fissato a cerniera in modo da aprirlo e chiuderlo ogni qualvolta è necessario. Nei centri di giardinaggio possiamo trovarli già completi. La temperatura va monitorata utilizzando anche un vecchio termometro.
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Il timo come tutti i prodotti dell’orto, deve crescere sano ed abbondante ed è quindi importante concimare la terra in modo che possa nutrire la pianta nel migliore dei modi. Oggi esistono dei concimi chimici già pronti, tuttavia si possono utilizzare delle tecniche usate quando i concimi sintetici non esistevano. Quindi la scelta del letame e degli escrementi animali rimane la pratica migliore da adottare nella concimazione dell’orto, perché le sostanze organiche e nutrienti sono già ricche di elementi che spesso nei concimi chimici non sono disponibili e pertanto sui usano degli integratori. Nel caso specifico del timo è necessario un letame non troppo leggero, mescolato a torba sminuzzata che è l’ideale per una concimazione nutriente. La torba infatti svolge in questo caso un effetto spugna, mantenendo costante l’umidità del terreno proprio come avviene nella fase di germogliazione dei semi.
Quando le piantine si sono sviluppate a seguito della germogliazione dei semi raccolti, si possono finalmente piantare nell’orto. Le distanze di ogni singolo impianto deve essere di circa quaranta centimetri tra ogni fila. Una volta che la pianta di timo sviluppa definitivamente le parti floreali, si può quindi procedere alla raccolta. Questa interessa le foglie e le profumate parti floreali generalmente rosate, che vengono comunque asportate d’estate proprio all’inizio della fioritura. Il timo può essere usato fresco oppure conservato essiccato in vasetti di vetro. E’ tuttavia fondamentale tenere sempre la zona coltivata pulita dalle erbe infestanti, per evitare la proliferazione dei parassiti. Il timo è facile da coltivare anche in un vaso sul davanzale della finestra per cui in casa (visto i molteplici usi nell’arte culinari), si può tenere sempre una certa quantità senza doverla comprare quando se ne ha bisogno. Se decidiamo di far essiccare le foglie, queste vanno tenute all’ombra e all’aria aperta. Tra i particolari usi curativi, il timo è indicato come digestivo, antisettico e cicatrizzante. Tra le varie specie di timo esistono alcune di minore importanza come il thymus pulegoides che però è considerato unicamente pianta ornamentale e dopo circa due o tre anni, produce un simpatico cuscino di fiori che in piena fioritura ricorda l’aubretia.
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