In base a quanto abbiamo affermato fino a questo punto, dunque, possiamo dire senza il timore di essere smentiti, che quando si parla del bonsai si faccia riferimento a una delle piante più duttili in assoluto. Se da un lato, questo oggetto consente di garantire al proprio spazio un colpo d’occhio assolutamente notevole, dall’altro ha ottime funzioni salutari. Chi non ha mai voluto qualcosa (una pianta, un quadro, un soprammobile) capace di assolvere a una o più funzioni? Ebbene, il bonsai ci riesce: se da un lato questa pianta riesce a neutralizzare il pericolo derivante dalle radiazioni, dall’altro riesce a migliorare l’immagine del vostro studio, del vostro ufficio e della vostra cameretta. Lasciando il campo dell’informatica e della qualità della vita, abbracciamo direttamente quello della botanica, e passiamo a parlare di tutto quanto c’è dietro a una piantina piccola, ma innegabilmente diversa dalle altre. Contrariamente a quanto si possa pensare, per parlare di bonsai bisogna un po’ prendere le distanze da quella splendida scienza chiamata botanica. I botanici stessi, infatti, sono concordi nel ritenere che quella di realizzare bonsai non sia un’azione agricola, per così dire, ma una vera e propria arte, qualcosa che avvicina l’uomo a un artista. Quando si parla di Bonsai, infatti, ci si riferisce all’arte di creare alberi in miniatura: può sembrare strano, ma è così. Quelle che noi abbiamo fino a qualche riga fa chiamato piantine, quelle che quasi tutti ritengono a tutti gli effetti delle piantine, sono in realtà degli alberi. Coltivati in miniatura ad hoc mediante un trattamento speciale: essi vengono curati per tutto il tempo in vasi appositivi, e crescono con quantità di acqua specifiche, con un irradiamento solare particolare, tale da consentire una crescita assolutamente esigua. La tecnica del Bonsai è senza ombra di dubbio una delle più interessanti e affascinanti in assoluto, quando si varca la soglia del mondo vegetale. Mediante questa tecnica, infatti, l’uomo applica il proprio intelletto e il proprio desiderio alle caratteristiche di un prodotto vegetale: con i processi tipici di questa metodologia, l’uomo riesce a dare a un prodotto vegetale la forma e le peculiarità che vuole, e a modellare la pianta in base alle proprie esigenze. Si tratta di qualcosa di straordinario.
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In passato, c’è da dire che alcuni ecologisti hanno avuto da ridire sulla tecnica del bonsai, ritenendola addirittura capace di violare quelle che sono le caratteristiche e i tempi di vita della pianta, ma possiamo essere assolutamente certi che le cose non stiano così. La tecnica del bonsai, oltre a rappresentare qualcosa di straordinario per gli occhi e per la botanica, è rispettosa al 100% di quello che è l’equilibrio naturale delle piante. Si tratta di una tecnica non invasiva, che muta le caratteristiche della pianta ben prima che cominci lo sviluppo. Anzi, ad analizzare nel dettaglio il procedimento con cui arriva alla vita un albero bonsai, ci si rende conto senza la minima difficoltà che queste piante ricevono addirittura quattro volte le cure che ricevono le piante normali. Chi ha intenzione di creare un albero bonsai, infatti, non può perdere di vista un attimo la propria coltivazione nella fase iniziale, e deve assicurare a quest’ultima, cura e attenzioni a dir poco maniacali, onde assicurarsi un prodotto finito che rispetti le peculiarità del bonsai. Si tratta di abituare la pianta a crescere nella maniera corretta in spazi ristretti, e non è una cosa facile, se non si conoscono le regole di questo mestiere e non si ha la minima dimestichezza con quella che, ripetiamo, è una vera e propria arte. Il bonsai, dal canto suo, richiede cure specifiche che le piante normali non vogliono assolutamente: bisogna regolare in maniera giusta la quantità di acqua necessaria alla pianta per crescere, ma al contempo bisogna regolarsi in maniera impeccabile con i tempi di potatura. Il pericolo principale, ovverosia l’oggetto da potare al momento giusto, sono le cosiddette radici fittonanti, quelle che penetrano in profondità nel terreno. Questo non deve mai accadere affinché il bonsai cresca sano e forte. Anche i rami vanno potati periodicamente, più o meno quando si effettua il rinvaso periodico di quella che considerare una pianta come le altre rappresenta un vero e proprio errore madornale. A questo punto della nostra breve rassegna, il lettore medio si starà ponendo domande relative alla storia, alla nascita di questa filosofia, ma al contempo, la maggior parte di coloro che stanno leggendo questo articolo, sa benissimo come un simile arte non possa che arrivare dall’Estremo Oriente, da quel Giappone tanto misterioso quanto affascinante. Ebbene, nelle righe che seguono faremo un excursus sulla storia del Bonsai e vedremo come nasce questa intrigante branca della botanica.
Sul sito rifaidate.it, nella sezione apposita abbiamo concentrato la nostra attenzione su un altro elemento vegetale legato alla filosofia e alla cultura giapponesi: il giardino zen, specchio della vita e fattore tutto da scoprire. Come abbiamo fatto in quel caso, anche adesso sottolineiamo quelle che sono le caratteristiche precipue della filosofia bonsai, estremamente da scoprire. Non ci si affida al caso: questa è la prima cosa che ci sentiamo in dovere di chiarire: è vietato pensare che in questo, come in altri casi, si possa lavorare senza un criterio. In ambito naturale, parlando della natura vista dai giapponesi, tutto ha un suo significato, tutto ha un suo perché, tutto è nel posto in cui deve essere per un motivo preciso. Come nel giardino zen le striscioline sulla ghiaia rappresentano l’acqua che imita lo scorrere del tempo, anche in questo caso gli elementi hanno delle loro ragioni. Il bonsai non fa altro che riprodurre la natura in tutto il suo insieme, ma in piccole dimensioni. La prima regola da osservare è la forma conica del tronco della piantina, poi si passa alle foglie, che devono necessariamente avere una dimensione ridotta, nel rispetto delle dimensioni altrui. E’ impensabile coltivare un bonsai dove gli elementi abbiamo dimensioni discordanti, è praticamente improponibile. Il terzo elemento da tenere in serissima considerazione, e che dipende anche dagli altri due, è la naturalezza della pianta stessa: un fattore non misurabile ma ugualmente capace di fare la differenza, qualcosa che salta all’occhio immediatamente e prima di quello che si possa pensare. La filosofia Bonsai, nata in Cina ma perfezionata dai Giapponesi in tempi recenti, è ispirata a sua volta ad un’altra visione della natura, conosciuta tra gli esperti di “mondo orientale”, come sheishi, che vuol dire “dare una forma, modellare coltivando, sempre nel rispetto della pianta”. Stiamo parlando di una visione che, a dispetto delle sue radici estremamente antiche, è sempre stata avveniristica e non smetterà mai di esserlo. Il bonsai, per intenderci e per racchiudere il pensiero orientale su questa pianta, è l’unione perfetta tra la natura e l’arte. Bastano poche foglioline e un piccolo tronco conico, a suggellare in maniera perfetta la simbiosi tra questi due elementi, tutti da difendere e tutti da scoprire. Se andate in Giappone, dunque, non perdetevi una visita in uno dei tanti musei del Bonsai, dislocati su tutti e tre gli arcipelaghi della nazione del Sol Levante.
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