E, proprio per questo motivo, occorre comprendere che nella larga maggioranza dei casila soluzione preferita è quella che riguarda essenzialmente una sorta di via di mezzo: nei fatti accade che non potendo né propendere per la ricerca del progresso tecnologico a tutti i costi e senza sprezzo delle conseguenze ambientali né tanto meno per un rallentamento della crescita industriale a favore della massima tutela dell’ambiente, si decide di portare avanti forme più o meno interessanti o più o meno riuscite di progresso sostenibile. Vale a dire un progresso che guarda sì alla massimizzazione della produzione ma anche al rispetto della natura. E quelle che sono in gergo definite come le cosiddette strade verdi sono proprio un esempio di tutto ciò.
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Quando infatti si parla di strade verdi si ha a che fare proprio con la più classica delle vie di mezzo: nel senso che si prova a combattere l’inquinamento atmosferico proprio lì dove esso viene prodotto e registrato ai massimi livelli cioè nelle strade, urbane e non, più trafficate. Ovviamente, in maniera intuibile cercare ricombattere l’inquinamento in un luogo del genere sembra un ossimoro eppure l’iniziativa, o meglio, il progetto di strade verdi si propone di fare proprio questo. L’esempio classico di funzionamento delle strade verdi è l’utilizzo di pigmenti fotocatalitici all’interno degli elementi di tamponamento acustico strutturali che servono a combattere in loco le nefaste conseguenze proprie dell’impatto ambientale, acustico e anche paesaggistico tipiche di una grande strada trafficata.
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