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Dal 2005 si sono succeduti in Italia 5 diversi programmi che hanno via via ridefinito i parametri e le modalità di incentivazione, adeguandosi ai repentini cambiamenti della tecnologia e del mercato. L’ultimo di questi programmi, attivato nel 2012, è stato il 5° Conto Energia.
La novità del Primo Conto Energia è stata la modalità di incentivazione che riguardava solo l’energia prodotta e consumata in loco. La particolarità invece dal Secondo Conto Energia è stato il fatto di estendere la tariffa incentivante a tutta l’energia prodotta, indipendentemente dal consumo. Esso ha anche introdotto la differenziazione delle tariffe in base alla tipologia e alla dimensione dell’impianto. Questa diversificazione è un elemento che è stato ulteriormente definito e precisato col Terzo Conto. Col Quarto Conto le tariffe hanno avuto una significativa riduzione e l’incentivo è stato adeguato ai costi delle tecnologie. Infine il Quinto Conto Energia ha ridefinito le modalità di incentivazione, catalogandole in base a due categorie principali di impianti: i fotovoltaici destinati agli edifici e tutti quelli installati in altro loco.Il Quinto Conto è cessato il 6 luglio del 2013 e, dopo quella data, i programmi incentivanti sono stati sostituiti da sgravi fiscali. Oggi chi desidera realizzare un impianto entro il 31 dicembre 2014 può usufruire delle detrazione fiscale IRPEF pari al 50% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa. La detrazione viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo.La direttiva europea 2001/77/CE sul Conto Energia è stata approvata dal governo italiano col Decreto legislativo 387 del 2003. Ma solo nel 2005 con il D.M. del 28 luglio sono stati fissati i tempi ed i termini di attuazione e, con la Delibera 188 del 14 settembre, sono state definite le modalità di erogazione degli incentivi. Il decreto 6 agosto 2010, ha avviato il Terzo Conto Energia, il decreto del 5 maggio 2011, il Quarto Conto Energia ed infine il Decreto Ministeriale del 05 luglio 2012 ha attivato il Quinto Conto Energia.
In Italia i fondi necessari per erogare gli incentivi sono stati, e lo sono tuttora, finanziati tramite una quota tariffaria, a sostegno delle energie rinnovabili, prelevata direttamente dalle bollette dell’elettricità di tutti gli utenti italiani, individuata col codice A3.
La quota tariffaria prevista dal codice A3, oltre all’energia rinnovabile, finanziava anche gli impianti che generavano energia da fonti assimilate, come le fonti fossili o gli inceneritori. Il governo ha poi decretato di interrompere i finanziamenti per queste categorie, limitando le agevolazioni solo agli impianti in essere prima del gennaio 2007. Il motivo deriva dall’onerosità di questi impianti che stava di fatto frenavano lo sviluppo del fotovoltaico.
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