Uso del denaro contante in condominio

Denaro contante in condominio e prove di risoluzione per la sicurezza e il riciclaggio

Fino a qualche tempo fa tanti cavilli burocratici non c’erano e ci si regolava di conseguenza sulla fiducia tra le persone; tra i condomini e l’amministratore. I condomini però non sono mai stati esenti da liti e discussioni intorno alle questioni degli interventi da fare. Tra di chi fossero le competenze, tra chi dovesse pagare (e quanto) e come si dovesse pagare. In merito a quest’ultimo problema ci si è sempre comportati tranquillamente utilizzando il denaro contante per pagare i servizi condominiali. Quando in sede parlamentare si è tentato di affrontare e risolvere il problema non si è riusciti del tutto a intervenire colmando le lacune legislative. Infatti il Ministero dell’Economia, interrogato in tal senso, ha risposto che l’amministratore condominiale deve rispettare sempre il limite di mille euro per non incorrere nelle pene sulle norme anti-riciclaggio.

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Condomini e conti correnti: come essere in regola secondo la legge

denaro contante in condominio A seguito dell’ultima riforma dei condomini del 2012, la legge recita testualmente, all’articolo 1129 c.c. che l’amministratore è obbligato al transito delle somme di denaro ricevute a qualunque titolo su uno specifico conto corrente, bancario o postale, intestato al condominio stesso. Ogni operazione, quindi, dal compenso personale dell’amministratore a tutte le ingenti spese inerenti il condominio, ma anche a quelle transazioni esterne, l’unico ed esclusivo canale deve essere quello del conto corrente, bancario o postale, intestato a nome del condominio e ad esso dedicato. Qualora l’amministratore non ottemperi a questi obblighi o non utilizzi correttamente il conto corrente condominiale, i condomini, singolarmente o in gruppo, possono richiedere la convocazione dell’assemblea condominiale e far cessare il mandato dell’amministratore all'istante per violazione. Sostanzialmente ogni tipo di pagamento deve essere sempre tracciato e documentato, anche a costo di procedure lente.


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Conseguenze pratiche sul mancato uso del denaro contante in condominio

denaro contante in condominio La tracciabilità, indubbiamente, è una cosa buona e utile alla causa del controllo dei flussi di denaro, con l’obiettivo dichiarato di scoraggiare gli usi impropri, gli sprechi e gli illeciti. Ma ci sono alcune conseguenze pratiche per cui l’uso esclusivo dei conti correnti, e non del denaro contante, non sembra essere conveniente.

Qualora l’amministratore, per esempio, dopo aver ricevuto una somma di denaro dai condomini e dovesse, contemporaneamente, pagare una fattura per altri servizi inerenti sempre allo stesso condominio, non potrebbe farlo. Dovrebbe paradossalmente prima versare i contanti sul conto e poi prelevarli nuovamente, giustificandone l’uso, per saldare la fattura. Oltretutto non c’è una specifica, da parte del legislatore, sul tempo che deve passare tra la ricezione della somma di denaro e il versamento di questi sul conto corrente dedicato. Quindi, l'importante è che il denaro sia tracciabile.


Uso del denaro contante in condominio: Canoni inferiori a 1000€, il pagamento effettuato è corretto?

denaro contante in condominio Anche tutti coloro che hanno contratti di locazione inferiori a 1000€ sono obbligati a ricorrere a forme di pagamento tracciabili quali assegni bancari o postali, carte di credito o di debito? La risposta del legislatore è stata negativa. Nella nota dedicata è stato affermato che il pagamento può ritenersi effettuato in maniera corretta se si fornisce una prova documentale, chiara, idonea e inequivocabile che attesti l’effettivo pagamento del canone di locazione. Alla fine, però, la questione non appare risolta completamente. Infatti il singolo condomino può pagare in contanti le quote condominiali fino a 999.99€ all’amministratore; questi però è poi tenuto a far transitare le somme ricevute sul conto corrente condominiale dedicato. La questione è molto delicata e il legislatore si è dovuto muovere in maniera decisa anche e soprattutto per intervenire dopo i numerosi casi di appropriazioni indebite da parte degli amministratori.


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