Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni di quegli elementi che potrebbero risultarci più utili per quanto riguarda la nostra disanima, sintetica per le sempre pressanti esigenze di spazio ma non per questo poso esauriente, in merito alla definizione abitazione di lusso. La precisione in un’occasione come questa è assolutamente obbligatoria per una lunga serie di ragioni e, in primo luogo, per ragioni di natura fiscale. Nel senso che molte delle tasse sulla casa sono calibrate in maniera differente a seconda della tipologia di abitazione che abitiamo e, naturalmente, in maniera intuibile, la definizione abitazione di lusso diventa di fondamentale importanza per poter godere, o, più spesso, per essere esclusi da determinate agevolazioni fiscali sul pagamento di tributi legati alla casa.
Quindi la prima mossa è quella di prestare la massima attenzione anche al momento della stipula del rogito e del contratto di acquisto della casa in esame in quanto, ovviamente, la definizione abitazione di lusso deve essere contenuta all’interno di tutti i documenti che descrivono le caratteristiche principali dell’abitazione in questione allo scopo di non incappare nelle più classiche e spiacevoli brutte sorprese sotto forma di sanzioni pecuniarie. Proprio per fare chiarezza vi è una legge di riferimento che fa testo nell’ambito della formulazione della definizione abitazione di lusso: si tratta del Decreto Ministeriale del 2 agosto del 1969 che fu emanato proprio allo scopo di definire le abitazioni di lusso. Dall’esame del testo di legge in questione iniziamo a capire quelle che sono le tipologie di abitazione che rientrano nella definizione abitazione di lusso: si tratta delle abitazioni destinate a ville e parchi privati, case unifamiliari non inferiori ai 3 mila metri quadri, case unifamiliari con piscina, alloggi padronali e abitazioni residenziali superiori ai 240 metri quadri.
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