Coltivazione fave

Coltivazione fave

Le piante di fave appartengono alla famiglia delle leguminose. Come tutti sanno, i suoi frutti sono dei legumi allungati, di forma cilindrica o appiattita, con l'estremità a punta. La fava è un ortaggio annuale originario dell'Asia.
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Informazioni generali sulle fave

coltivazione fave In natura esistono quattro sottospecie di fava a seconda delle dimensioni dei semi e precisamente:

la Major Harz, con semi piuttosto grossi e un baccello lungo fino a 25 cm (es. le cultivar degli orti);

l'Equina Pers, nota come favetta, con baccello clavato, molto usata come foraggio;

la Minor Beck (conosciuta anche come favino) dal baccello molto corto;

la Paugyuga, che è di origini indiane e ha semi piccolissimi.

Questa pianta a fecondazione autogama presenta un apparato radicale fittonante. Una parte delle radici ha batteri azotofissatori (scientificamente denominati Rhizobium leguminosarum). Le foglie sono formate da 5-6 foglioline ellittiche.

Il fusto è cavo, ramificato alla base. Può essere alto fino a 130 cm.

I fiori sono raccolti in racemi. Ognuno di questi racemi ha alcuni fiori pentameri, fino a sei, di colore bianco, con striature nere.

Ogni singolo frutto contiene 6-8 semi. Questa pianta diventa lunga 1 metro circa.

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Le buone regole da seguire per procedere alla coltivazione delle fave

faveDiciamo subito che la fava è una pianta che soffre il caldo, mentre riesce a sopportare bene il freddo anche sotto zero gradi. In parole povere soffre sia la siccità che le gelate.

Si adatta quindi molto bene alle zone costiere o comunque alle zone che hanno un clima temperato e di conseguenza è molto diffusa e apprezzata anche in Italia.

La semina deve essere fatta in autunno oppure all'inizio dell'inverno e il raccolto potrà essere cominciato sei mesi dopo, avendo cura di cominciare dai baccelli più maturi.

Ogni 10 mq di terreno produce 7-8 kg di fave fresche.

Nelle zone fredde è invece consigliato seminare in primavera, anche se in questo secondo caso la durata del ciclo di produzione risulterà dimezzato.

Questa pianta preferisce terreni in parte argillosi, ben drenati.

Bisogna fare attenzione ad evitare la formazione di ristagni d'acqua.


Come procedere alla semina

fave Prima della semina il terreno va preparato e spianato con l'uso dei classici strumenti della vanga e del rastrello, avendo cura di eliminare le erbacce.

Le fave hanno infatti un apparato radicale notevole, che non deve incontrare ostacoli.

Bisogna fare dei buchi profondi 5 cm utilizzando un punteruolo di legno e mettervi 3-4 semi in filari distanziati 50-60 cm, così da permettere alle singole piante di avere spazio sufficiente per svilupparsi nel modo migliore.

Posizionati i semi, si può subito procedere a una prima blanda annaffiatura.

Per ottenere una germinazione più celere, si possono tenere a bagno i semi per alcuni giorni prima della semina.

Le somministrazioni del fondamentale nutrimento acqua andranno rinnovate quando il terreno risulterà secco e quindi saranno commisurate alle situazioni ambientali contingenti delle singole stagioni.

Da notare che la coltivazione di fave si coniuga perfettamente con quella di patate (si chiama tecnica della consociazione).


Le operazioni di manutenzione ordinaria da eseguire nella coltivazione delle piante di fava

Durante le fasi di accrescimento il coltivatore deve cimare le piantine, anche per prevenire la minaccia di infestazioni di afidi.

A volte, a causa di una produzione eccessiva di frutti, si rende necessario dotare le piante di un tutore, soprattutto se l'area risulta particolarmente ventilata.

La fava necessita di un particolare trattamento conosciuto col nome di rincalzatura. Esso serve a proteggerla dal freddo. Concretamente si tratta di accumulare terra attorno al fusto, utilizzando una vanga, appena le piante germogliano, con lo scopo di isolarle dal freddo e anche dal possibile attacco di erbe infestanti.

Necessaria anche la cosiddetta sarchiatura, che consiste in una lavorazione del suolo che garantisce una certa ossigenazione al terreno e anche una migliore permeabilità.

Per quanto riguarda le indispensabili operazioni di concimazione, il concime migliore per la coltivazione delle fave risulta essere il fosfato di ammonio, un sale di ammonio dell'acido cloridrico. Come fertilizzanti vanno però benissimo i residui delle precedenti coltivazioni.

Le radici di queste piante assicurano infatti di per sé la fertilizzazione della terra anche per le coltivazioni successive.


La fava in cucina

Il frutto della fava può essere mangiato sia cotto che crudo. Ci sono però persone faviche, che soffrono di un'intolleranza all'assunzione di questo frutto, che oggi viene diagnosticata fin dalla nascita con un semplice esame del sangue.

A tavola possiamo consigliare l'abbinamento con salumi e pancetta affumicata.

E' perfetta per la preparazione di zuppe vegetali facilmente digeribili.


I nemici delle fave

L'Aphis fabae (o Afide nero della fava) è l'insetto che attacca maggiormente le fave.

Tra le malattie più gravi vanno segnalate la micidiale Muffa grigia e l'Antracnosi della fava.



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