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A dire il vero realizzare un tetto ventilato non è un'operazione complessa, dal momento che non è affatto necessario ricostruire l'intera struttura, bensì ci si dovrà limitare a rifarne soltanto una sezione. Questo particolare tipo di struttura prevede la sovrapposizione di un gran numero di strati, tutti composti da materiali differenti. L'elenco, partendo dal basso, si compone in questa maniera:
1) la struttura di base, ovvero portante2) una barriera per contrastare il vapore3) uno strato per isolare il freddo e il caldo4) una guaina che riesca a contenere sia l'acqua che l'aria5) un manto che funga da ultima coperturaLo strato atto alla ventilazione dev'essere posto tra il manto finale e la precedente guaina.I metodi d'intervento in casi del genere sono svariati, ma quello più adoperato si esplica con l'aggancio dei cosiddetti elementi di tenuta, un comune esempio sono le tegole, a un'orditura che sia adeguatamente forata. In questo modo si otterrà una corretta ventilazione al di sotto dello strato delle tegole.Lo spazio d'aria lasciato di proposito favorirà di gran lunga le condizioni interne, dal momento che in estate si formano i moti convettivi, i quali riescono a contrastare la formazione di una fastidiosa cappa di calore proprio al di sotto lo strato di copertura. Durante l'inverno invece essi contrastano la formazione di umidità che, col passare del tempo, genera condensa, la quale può danneggiare sia le strutture portanti che lo strato isolante. LASTRE ONDULATE 107X40 ONDUVILLA ONDULINE PER COPERTURE Prezzo: in offerta su Amazon a: 10€ |
Nel corso dell'estate è normale che le alte temperature e l'effetto costante dei raggi solari portino a un surriscaldamento dello strato d'aria che s'incanala nello strato intermedio al di sotto delle tegole. Tutto ciò crea uno sbalzo di temperatura notevole rispetto allo spazio circostante, che provoca in breve tempo delle correnti ascensionali, che conducono poi l'aria surriscaldatasi al di fuori, passando dal colmo, facendo invece entrare, attraverso la gronda, l'aria più fredda. Questo spostamento d'aria fa in modo di ridurre il calore che viene generato dalle tegole, a più stretto contatto con gli agenti atmosferici, che grava ovviamente sull'ambiente presente al di sotto, ovvero sul resto dell'abitazione, attraverso la ventilazione, dal momento che esse non rientrano tra gli elementi che confinano con la coibentazione. Tenendo presente che, nei momenti più caldi delle giornate estive, le tegole possono raggiungere temperature fino a 80 gradi.
Nel corso della stagione invernale invece la gran differenza di temperatura tra l'interno dell'abitazione e l'esterno porta alla formazione di vapore acqueo, che spinge per fuoriuscire dalla struttura, portando inevitabilmente alla comparsa di condensa a causa della presenza di vari strati di coibentazione. In questo caso lo spazio atto alla ventilazione porta a un rapido smaltimento del vapore creatosi e a una migliore distribuzione del calore generatosi all'interno.
Lo spessore di cui dev'essere dotato lo spazio atto alla ventilazione varia a seconda delle caratteristiche del proprio tetto, dalla pendenza e dalla lunghezza della falda, dal tipo di copertura e, non di certo meno importante, dalle tipiche condizioni meteo del luogo in cui sorge l'abitazione. Una caratteristica necessaria è l'assenza totale di listellature trasversali, dal momento che ostruiscono il flusso ascensionale.
Le prese d'aria non devono essere inoltre in corrispondenza del colmo, interrompendo così la copertura e provocando delle infiltrazioni d'acqua, che possono col tempo annullare del tutto l'effetto dello strato isolante dell'intera struttura.
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