Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo ad evidenziare alcuni degli elementi di base che hanno maggiore importanza nel corso della nostra analisi, analisi sintetica la nostra per le ben note ragioni di spazio ma speriamo non per questo manchevole, sull’ isolamento termoriflettente. A conti fatti e aziende operative nel settore dell’isolamento negli ultimi anni hanno fatto considerevoli passi in avanti sfruttando gli ultimi ritrovati di una tecnologia che sta andando oggettivamente incontro alle esigenze, anche le più disparate e singolari, di una clientela in crescita dal punto di vista quantitativo e anche della competenza che sa diversificare la domanda di settore. E, naturalmente, tra i nuovi metodi c’è l’isolamento termoriflettente.
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A conti fatti l’isolamento termoriflettente nasce da una concezione nuova e nella sua stessa applicazione e nelle sue modalità di funzionamento appare abbastanza differente rispetto a tutte le altre forme, potremo dire forme a questo punto di tipo tradizionale, di isolamento sia acustico che termico che anche termoacustico combinate. E ciò perché parte nozioni fisiche si emittanza e radiazione laddove la prima indica essenzialmente la capacità di una qualsiasi superficie di emettere energia radiante e la seconda può essere inquadrata come la massima fonte di dispersione termica tanto nei nostri edifici quanto nelle case. E, in effetti, è la radiazione delle mura perimetrali delle nostre abitazioni porta a disperdere fino all’80% del calore interno. Le tecniche di isolamento termoriflettente si ripropongono proprio sulla capacità riflettente dei materiali che sono di solito in alluminio e vengono posizionati in tutti i punti di contatto tra interno ed esterno allo scopo di rigettare all’interno il calore altrimenti disperso.
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