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L'energia che dev'essere profusa dalla pompa è strettamente legata a svariati fattori, come ad esempio i diametri delle sezioni della condotta, la sua lunghezza, la quota posta tra le due estremità e le svariate caratteristiche del fluido in questione, come ad esempio la sua densità.
Per quanto riguarda le pompe utilizzate negli impianti, è possibile dividerle generalmente in due tipologie, quelle volumetriche e quelle centrifughe. Queste ultime sono quelle che si occupano di far progredire la velocità con la quale il fluido entra in circolazione nella condotta. In questo modo contribuisce nel generare energia cinetica, che in seguito consente un aumento della pressione una volta che risulta diminuita la velocità del fluido. Le pompe volumetriche, note anche come cilindriche, svolgono il proprio compito quasi del tutto grazie a un pistone, il quale si occupa del prelievo del fluido, per poi spingerlo all'interno della condotta dell'impianto.
Una pompa è caratterizzata da due particolari grandezze fisiche. La prima è la portata, mentre la seconda è la prevalenza. Questa indica il quantitativo esatto di fluido che la pompa a nostra disposizione è capace di spostare. L'espressione di tale quantitativo è in metri cubi all'ora o, nella maggior parte dei casi, in litri al minuto. La prevalenza indica invece, in metri di colonna acqua, se la nostra pompa è in grado di sostenere una precisa portata di fluido. Altro modo con il quale la prevalenza può essere espressa è il bar, che corrisponde a dieci metri di colonna acqua, ovvero a un chilo di pressione su un singolo centimetro quadrato. Sia la portata che la prevalenza sono legati. Questa connessione risiede nel fatto che all'aumentare dell'una corrisponde esattamente il diminuire del'altra. Regola che risulta valida vicendevolmente. Un esempio è quello degli impianti termici, che presentano delle prevalenze molto basse, a fronte ovviamente di portate alquanto alte.
Al giorno d'oggi le pompe posso mutare, con una certa continuità, il proprio regime di funzionamento. Il tutto avviene al fine di poter consentire un concreto risparmio per quanto riguarda i consumi. Il tutto avviene grazie all'assorbimento un quantitativo maggiore o minore di energia elettrica, in maniera proporzionale. Queste sono le cosiddette pompe ad inverter.
Queste pompe consentono una regolazione per nulla dissipativa, che si esplica attraverso il variare della velocità della pompa stessa, a seconda del carico cui deve far fronte. Stando così le cose è ovvio che un tale sistema consenta un risparmio evidente e notevole in fatto di consumo energetico. Infatti, a differenza delle altre pompe, in questo caso si offre una risposta a quelle che sono le esigenze energetiche reali del carico nella condotta, senza per questo dover fronteggiare delle dispendiose perdite o degli eventuali consumi che in realtà il processo della pompa non richiederebbe affatto, e che dunque pesano inutilmente sui costi finali.
Quando si ha a che fare con un impianti ben più grande rispetto a quelli standard, è possibile che ci si ritrovi con svariate pompe che svolgono il compito richiesto, tutte derivate da unico collettore. Queste pompe devono operare per raggiungere le svariate aree dell'abitazione in questione. Questa eventualità si può presentare la pompa sia installata in appartamenti suddivisi su svariati livelli. Se dunque al centro del processo c'è il collettore, ogni pompa facente parte del generatore si dovrà soltanto occupare della circolazione del fluido nello spazio che intercorre tra la caldaia e il collettore.
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