Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più potrebbero esserci di aiuto e di sostegno nel corso della nostra analisi in tema di deumidificazione elettrofisica e di problemi di umidità all’interno delle nostre case in senso più ampio, una analisi, la nostra, abbastanza sintetica per le ben note ragioni di spazio ma che ci auguriamo rimanga sempre e comunque sufficientemente chiara ed esauriente per chi ci legge. A conti fatti la novità che vogliamo sottolineare per quanto riguarda la deumidificazione elettrofisica è una novità di approccio, come dire, nel senso che non si tratta di una strategia che cerca di curare gli effetti negativi dell’umidità sui nostri edifici ma che si propone di distruggerne le cause.
Per quanto riguarda il nemico giurato della deumidificazione elettrofisica dobbiamo pensare a quella che in gergo viene comunemente definita come l’umidità di risalita, vale a dire quella classica forma di umidità che sale dalle fondamenta quando abitiamo un casa a piano terra o comunque quella ipologia di umidità che attacca i primi piani dei nostri edifici più alti. La ragione dell’umidità di risalita è proprio il contatto con un terreno particolarmente umido e le conseguenze sono molto visibili portando al rigonfiamento delle pareti o al di stazzo di parti di intonaco. Il concetto di base della deumidificazione elettrofisica è la differenza di potenziale elettrica che intercorre tra la parete umida e il terreno altrettanto umido che è a contatto con il pavimento. L’obiettivo degli apparecchi che servono alla deumidificazione elettrofisica è portare questo potenziale alla cosiddetta linea di potenziale zero.
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