Il reverse vending è uno dei sistemi utilizzati per incentivare i cittadini a riciclare i rifiuti. Secondo questo sistema ogni cittadino, nel momento in cui consegna materiale riciclabile come bottiglie in vetro, plastica o lattine, viene immediatamente rimborsato con denaro contante o in alternativa con buoni acquisto da spendere presso determinati punti vendita.
Può sembrare un metodo innovativo e rivoluzionario, ma in realtà altro non è che il vecchio vuoto a rendere che molti conoscono, e che diversi anni fa era molto diffuso anche in Italia; cambia solo il termine con cui viene chiamato che lo rende più internazionale.Dal vuoto a rendere siamo passati al più veloce metodo usa e getta: la continua produzione e diffusione dei contenitori monouso in plastica ha surclassato il principio del riutilizzo incrementando notevolmente la quantità di rifiuti in circolazione.Il reverse vending è stato attivato anche in alcune città italiane: il Trentino e il Piemonte sono le regioni al momento più virtuose da questo punto di vista. Da noi il metodo è ancora poco diffuso, anche se sta cominciando ad espandersi, in molte altre nazioni europee è invece una pratica ormai consolidata.In Germania viene applicata una cauzione sulle bottiglie vuote chiamata "pfand", che viene adottata per le bottiglie in vetro vendute non solo nei supermercati, ma anche in molti altri esercizi commerciali come paninoteche, kebab e bar. Il consumatore è incentivato alla restituzione grazie alla chiara indicazione sull'etichetta della bottiglia che evidenzia, oltre al prezzo totale, quello effettivo del contenuto e quello del contenitore, che sarà rimborsato alla sua riconsegna.La sensibilizzazione dei consumatori è certamente importante, ma non è da sottovalutare l'azione degli addetti alla grande distribuzione. Nel 2009, sempre in Germania, è stata emanata una legge che obbliga i produttori e i distributori delle merci confezionate a garantire la possibilità di effettuare la raccolta differenziata. Questo è il motivo per cui solitamente nei punti vendita è possibile trovare vicino all'uscita apposite isole ecologiche nelle quali poter lasciare gli imballaggi dei prodotti acquistati, invece di portarli a casa. Dal momento che le società addette allo smaltimento devono essere pagate, le catene di distribuzione fanno pressione sui proprio fornitori in merito alla qualità e alla quantità degli imballaggi. Come conseguenza di questo meccanismo, gli involucri sono ridotti al minimo e il materiale da inviare a inceneritori e discariche diminuisce.
La percentuale di rifiuti composta da imballaggi è molto elevata, sono numerosi i prodotti che presentano confezioni composte da più parti che molto spesso risultano inutili e potrebbero essere evitate.Riuscire a dare un valore specifico in denaro agli imballi e renderlo evidente sulle confezioni potrebbe essere un passo molto importante: i consumatori avrebbero la possibilità di optare per gli involucri meno costosi.Le piccole regole che potremmo applicare alla vita di tutti i giorni per limitare i rifiuti e favorire il riciclo, ottenendo anche un risparmio in termini economici sono molte. A titolo di esempio basti pensare all'acquisto di acqua in bottiglie di plastica. Scegliendo di bere l'acqua del rubinetto spenderemmo molto meno e non avremmo rifiuti plastici da smaltire.
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