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Nella maggior parte dei casi, gli impianti autonomi risultano essere più moderni ed efficienti, di conseguenza anche meno inquinanti. Potendo gestire il riscaldamento in modo autonomo, ogni singolo utente potrà personalizzare gli orari di accensione, evitando di far funzionare l'impianto quando è fuori casa e limitando così gli sprechi inutili.
L'impianto autonomo come quello centralizzato dovrà essere sottoposto a manutenzione costante.L'impianto di riscaldamento dovrà essere controllato annualmente da parte di personale specializzato, ogni due anni invece dovrà essere effettuata una verifica circa il funzionamento corretto della canna fumaria ed il controllo dei fumi. All'impianto sarà associato un libretto in cui dovranno essere registrate tutte le operazioni di controllo e verifica e ogni eventuale modifica o riparazione eseguita.Negli edifici destinati ad uso di abitazione civile, la parte principale dell'impianto, ovvero la caldaia, è solitamente collocato in un luogo apposito all'interno dello stabile e messo in sicurezza. L'ambiente predisposto ad ospitare la caldaia dovrà rispettare specifici requisiti strutturali e di resistenza al fuoco dipendenti dalla potenza e dalle dimensioni della caldaia stessa.Prima di poter entrare in funzione, l'impianto dovrà essere dotato del "certificato di protezione incendi" CPI.Tutta la documentazione necessaria e i controlli obbligatori per legge dovranno essere effettuati da tecnici abilitati ed in possesso del'iscrizione all'albo del "Ministero degli Interni".All'interno di un condominio, i condomini possono scegliere di non distaccarsi dall'impianto generale, per ovviare ai problemi riguardanti la suddivisione dei costi, è possibile tuttavia installare dei meccanismi individuali per la contabilizzazione del calore. In questo modo il singolo utente avrà la possibilità di scegliere se rimanere collegato all'impianto centralizzato oppure scollegarsi.
La scelta di rendersi indipendenti dall'impianto principale non dovrà comportare alcun tipo di aggravio per chi invece decide di rimanere collegato al sistema centrale. L'operazione non dovrà inoltre causare alcun tipo di disagio tecnico con il rischio di compromettere il funzionamento dell'impianto esistente.A partire dal giorno 18/06/2013, non è più necessario avere l'unanimità di tutti i condomini per potersi distaccare dall'impianto centrale. Adesso è quindi possibile potersi scollegare senza dover attendere l'approvazione dell'assemblea di condominio.Anche quando il singolo condomino si sarà distaccato dall'impianto principale, sarà sempre tenuto a partecipare alle spese necessarie alla sua manutenzione straordinaria e alla messa a norma e conservazione.Secondo quanto stabilito nel comma 9 dell'articolo 4 del D.P.R. n 59/09, negli edifici con impianto di riscaldamento centralizzato dalla potenza uguale o superiore a 100 kw, al fine di favorire il risparmio energetico, è preferibile mantenere, laddove esistente, l'impianto centralizzato.Bisogna considerare inoltre, che alcuni comuni possono aver stabilito nel regolamento edilizio, il divieto di distaccarsi dagli impianti centralizzati. Questa eventualità potrà in futuro riguardare un numero sempre maggiore di comuni italiani che cercheranno in questo modo di incentivare la soluzione centralizzata, allo scopo di limitare l'impatto ambientale.
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