Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che potrebbero rivelarsi più funzionali alla nostra analisi, un’analisi sintetica a causa delle sempre imperativi ragioni di spazio ma speriamo pur sempre esauriente in modo sufficiente, in materia di riscaldamento casa passiva. A conti fatti la prima precisazione che risulta se non obbligatoria comunque fortemente consigliata dal punto di vista del nostro discorso sul riscaldamento casa passiva consiste nel tracciare una definizione di casa passiva. E, quindi, vediamo a cosa è giusto fare riferimento ogni qual volta parliamo di casa passiva: la casa passiva è quell’abitazione che è in grado di assicurare il benessere termico senza l’impiego di alcuna forma di energia o, al massimo, poggiando su una forma energetica di riscaldamento molto ridotta.
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Il riscaldamento casa passiva poggia essenzialmente sull’impiego e l’immagazzinamento di forme di riscaldamento assolutamente naturali, e quindi, nella fattispecie, forme di riscaldamento presenti in natura, come, ad esempio, quella derivante dai raggi del sole. Del resto la definizione stessa di “passività” nasce dal concetto che, grazie al riscaldamento casa passiva, la dispersione termica propria di un qualsiasi edificio o appartamento possa essere compensata da forme di riscaldamento assolutamente naturali. Alcuni tra gli strumenti classici più utilizzati nel caso del riscaldamento casa passiva sono i pannelli solari e tutto quello che ha a che fare con il mondo del fotovoltaico proprio nell’ottica di riutilizzare tale forma di calore e, quindi, di energia, durante i mesi invernali senza fare ricorso a forme si riscaldamento lesive dell’ambiente circostante.
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