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Sono molte le varietà di cipolle coltivate in Italia, dalle forme e dai colori anche molto diversi tra loro e spesso legati al luogo d'origine: abbiamo così la cipolla bianca di Modena, la cipolla di Barletta, la rossa di Tropea, la bianca di Chioggia, la dorata di Parma e tante altre. Le diverse varietà si distinguono tra loro anche per l'utilizzo, alcune per il consumo fresco, altre per sottaceti, e le più resistenti per lo stoccaggio invernale. Una delle caratteristiche più importanti che le differenzia è rappresentata dall'epoca di semina e di raccolta - tra cipolle primaverili, estive, autunno-vernine. Varie sono anche le tecniche di coltivazione, a partire da seme, da piantine o da bulbilli. Le varietà che si raccolgono in primavera-estate si seminano in estate, si trapiantano in autunno e si raccolgono nella primavera seguente. Se si utilizzano i bulbilli, si può saltare la fase della semina. Le varietà autunno-vernine vengono seminate in piena terra tra febbraio e marzo e raccolte in estate. Se vengono seminate a primavera inoltrata, si raccoglieranno in autunno. Un discorso a parte meritano le cipolline e i cipollotti da utilizzare per il consumo fresco, che vengono seminate in primavera e si possono raccogliere già a fine primavera o inizio estate.
Il successo nella coltivazione di questo ortaggio, è spesso condizionato da tre fattori fondamentali:
- Il terreno, che deve essere leggero, sabbioso, ben drenato. La tipica "terra da cipolle" non presenta ristagni idrici che comprometterebbero la qualità dei bulbi e consente agli stessi uno sviluppo omogeneo.- La temperatura, che dovrà mantenersi sopra lo zero nel periodo di vegetazione. Ci sono varietà più resistenti al freddo, quando i bulbi si trovano nel terreno, ma una forte gelata quando le piantine sono in pieno vigore rischia di compromettere irreparabilmente la raccolta.- La presenza di fosforo e potassio, elementi indispensabili per un buon sviluppo delle piante.Il terreno deve essere ben drenato e areato, dunque una vangatura profonda con aggiunta di sostanza organica è raccomandabile. Se viene utilizzato letame questo dovrà essere ben maturo, per evitare il rischio di marciumi, e distribuito in ragione di circa 2 chilogrammi al metro quadro. Prima di procedere con la semina è opportuno livellare il terreno e seminare a spaglio o in file lasciando i semi piuttosto radi. Irrigare dopo la semina, poi a intervalli regolari secondo necessità. Diradare le piantine, quando raggiungeranno un'altezza di circa 10 cm, ad una distanza di 15 cm sulla fila e di 25-30 cm tra le file. Se si utilizzano bulbilli, questi andranno interrati alla stessa distanza. La coltura deve essere mantenuta libera dalle infestanti ed è consigliabile rincalzare il terreno intorno ai bulbi almeno una volta. Le cipolle estive vengono raccolte all'ingiallimento delle foglie e portate in un ambiente ben arieggiato. Le varietà autunno-vernine possono essere lasciate più a lungo a dimora e, una volta raccolte, devono essere conservate in ambiente buio e ben areato.
Le malattie più comuni sono di origine crittogamica, a parte la nota "mosca della cipolla" che può arrivare a determinare la perdita dell'intero raccolto. Questa, assieme alla "tignola della cipolla" sono i parassiti più frequenti. Per evitarne l'attacco, il metodo naturale consiglia la consociazione di cipolle e carote, poiché i parassiti di un ortaggio tengono lontano quelli dell'altra specie. La cipolla è soggetta a malattie fungine, per prevenire le quali è molto importante evitare qualsiasi ristagno idrico, per esempio annaffiando durante le prime ore del giorno per dar modo al terreno di asciugarsi prima di sera. La peronospora della cipolla, che si manifesta con foglie che ingialliscono ed il bulbo che si copre con una muffa biancastra, può essere trattata con prodotti a base di zolfo.
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