Il carciofo si adatta a molte tipologie differenti di terreno ma se si vuole creare la condizione ottimale per la coltivazione si deve preparare l’appezzamento da destinare ai carciofi con qualche mese di anticipo.
Per ottenere un terreno soffice e in grado di drenare l’acqua piovana al punto giusto è opportuno procedere alcuni mesi prima della semina alla vangatura, manuale se si tratta di un piccolo terreno oppure con una motozappa se si tratta di un terreno più vasto. La terra va smossa per una profondità di circa mezzo metro procedendo secondo file parallele, man mano che si vanga si può cominciare a distribuire del letame di stalla lungo i solchi. Il letame va distribuito in abbondanza, nella misura di circa due kg ogni metro quadrato di terra destinata alla coltivazione. Una volta vangato e distribuito il letame si ricopre lo stesso con la terra smossa delle file attigue e in ultimo si uniforma il terreno utilizzando un rastrello a maglie medie.Si possono ottenere delle piante di carciofo, la cui vita produttiva dura in media sei o sette anni, sia partendo dal seme sia interrando le gemme insieme a parte delle radici della pianta madre, le gemme si possono trovare alla base del fusto dell’arbusto. E’ anche possibile interrare gli ovuli (le gemme essiccate e poi rivitalizzate bagnandole) anziché le gemme fresche, ma il metodo che assicura migliori risultati è quello di piantare le gemme con le radici.
L’interramento delle gemme deve essere effettuato a circa 20-25cm di profondità e distanziando una gemma dall’altra di quasi un metro lungo l’estensione del filare. Per rendere agevole sia la piantagione che la cura e la raccolta è bene distanziare un filare dall’altro di circa un metro.Non appena terminata la piantagione è bene irrigare abbondantemente per rendere il terreno abbastanza compatto.L'operazione di semina o interramento può essere effettuata in differenti periodi dell'anno a seconda della zona in cui ci si trova, le gemme infatti temono il freddo e quindi è opportuno effettuarla alla fine dell'autunno se ci si trova in zone miti, oppure posticiparla all'inizio della primavera se ci si trova in una zona in cui sono possibili gelate che comprometterebbero la fase della germinazione.Se invece si decide di interrare gli ovuli anziché le gemme questa operazione andrà effettuata verso la fine dell'estate.La pianta di carciofo è piuttosto delicata e teme in particolare il freddo e il ristagno di acqua, per questo motivo è bene creare un terreno che dreni opportunamente le piogge, per scongiurare il rischio che le radici marciscano. Per questo motivo l'irrigazione deve essere effettuata solamente quando il terreno è ormai asciutto e non ci sono segni dell'innaffiatura precedente.
Per mantenere la giusta umidità del terreno senza rischiare i ristagni di acqua è possibile anche approntare una sorta di protezione posando sul terreno uno strato di foglie o di fieno, che lasciano filtrare l'acqua ma trattengono in parte l'umidità, isolando anche il terreno in caso di temperature rigide.Inoltre una piantagione che non drena correttamente l'acqua diventa terreno fertile per le malattie fungine della pianta e per la presenza di grossi parassiti che si ciano dei germogli e delle piante, come ad esempio le lumache, i ratti d'acqua e le arvicole.Per quanto riguarda invece la concimazione, se è stata effettuata in maniera opportuna quando è stato preparato il terreno, non sarà più necessario concimare ulteriormente il terreno nel corso del primo anno della vita della pianta. Nei successivi anni di vita della pianta invece si potrà concimare il terreno posando del letame maturo alla base della pianta all'inizio dell'inverno e il letame filtrerà lentamente nel terreno con la pioggia e l'irrigazione. Si può ulteriormente intervenire in primavera utilizzando invece del concime secco a rilascio graduale che garantirà la rigogliosità della pianta per tutta la bella stagione.Se durante la crescita della pianta alla sua base spuntano delle gemme vanno estirpate perchè possono sottrarre il nutrimento alla pianta madre, ma possono essere riutilizzati per creare delle nuove piante.Per quanto invece riguarda la presenza di altri parassiti comuni come la vanessa, gli afidi, la nottua e la depressaria, si deve intervenire con degli antiparassitari.A seconda della tipologia di pianta e del periodo scelto per la piantagione la raccolta può essere effettuata tra ottobre e inizio giugno. I carciofi maturano nell'arco di un breve periodo e la raccolta deve essere effettuata in un tempo variabile tra due e quattro settimane. Ogni pianta può arrivare a produrre da cinque a venti capolini, il numero dipende dalla varietà di pianta scelta e dall'età della pianta oltre che dalla sua grandezza. Il capolino si raccoglie manualmente, va tagliato dal gambo utilizzando la lama di un coltello o di una forbice praticando un taglio netto che lasci circa dieci centimetri di peduncolo per favorire la produzione di nuovi carciofi nella stagione successiva. E' possibile effettuare anche la raccolta meccanica, come talvolta accade nelle piantagioni estese, ma questo procedimento oltre a peggiorare la qualità dei capolini a lungo andare compromette la produttività della pianta.
Una volta terminata la raccolta in breve tempo la pianta si secca, a questo punto si deve procedere alla dicioccatura, ovvero si eliminano gli steli da cui sono stati asportati i capolini. Per qualche mese la pianta rimane a riposo per poi riprendere vita quando può iniziare un nuovo ciclo di produzione.
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