Bonsai rose

Bonsai di rose

Pur non essendo considerato un bonsai di valore da parte dei bonsaisti puri, il bonsai di rosa è una pianta dal delicato e gradevole effetto visivo, in virtù della bellezza, nobiltà e grazia dei suoi fiori e del suo portamento.

Bonsai di rose

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Il fascino del bonsai di rosa

La maggior parte dei bonsaisti non tiene in grande considerazione il bonsai di rosa, poiché il suo portamento e le sue caratteristiche relative al tipo di fioritura e allo sviluppo della chioma fogliare, non corrispondono ai canoni estetici tradizionali del bonsai. Tuttavia, sono sempre di più i coltivatori, tra cui anche molti dilettanti, che si stanno avvicinando con curiosità ad un tipo di coltivazione che può portare a grandissime soddisfazioni.

Con il termine "rosa", ci si riferisce ad un vastissimo insieme di specie, varietà e cultivar, appartenenti al genere Rosa, famiglia delle Rosaceae (sottofamiglia: rosoideae). Tanto per dare l'idea, esistono 150 specie, tantissime varietà ed un numero indefinibile di ibridi. Abbiamo quindi a che fare con un tipo di pianta che si presenta in forme, dimensioni e colore dei fiori, estremamente variegato e diversificato.

Una delle ragioni fondamentali per cui il bonsai di rosa non viene considerato un bonsai di valore, è dovuto paradossalmente proprio ai suoi fiori. Questi, come per tutte le piante da fiore, non adeguano la loro dimensione a quella del bonsai, ma conservano la loro normale fisionomia, come se fossero prodotti da una pianta selvatica o tradizionale. Si viene così a creare un sproporzione fra le dimensioni del fiore e quelle della pianta.

Ma il bonsaista che decide di disinteressarsi dei principi di base e coltiva un bonsai di rosa, si troverà di fronte ad un piccolo gioiellino. I fiori restano bellissimi e profumati e, se numerosi, possono essere scolpiti tramite delicati interventi di tagli, proprio come si fa con un bonsai di albero.

Il fusto della rosa è generalmente irregolare e tortuoso nel suo sviluppo, e ciò contrasta con la grazia del suo fiore, me proprio questo contrasto esprime un affascinante miscela di tenerezza unita ad un senso di selvatico, che rende questo bonsai un po' magico.

Grazie alla pressoché infinita varietà di tipologie, la coltivazione del bonsai di rosa permette di sbizzarrirsi nel creare effetti sempre diversi, e di comporre allestimenti con diversi specie, giocando su forme e colori.


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Tecniche di coltivazione

bonsai di rosaIl bonsai di rosa predilige un ambiente ben arieggiato e che permetta una buona esposizione solare. La rosa ha bisogno di luce di acqua in abbondanza, per cui va annaffiata con regolarità, sempre senza esagerare, evitando di dare luogo a ristagni d'acqua che sarebbero dannosi per le radici. La frequenza e l'intensità dell'annaffiatura variano a seconda del periodo vegetativo della pianta e del clima in cui ha luogo la coltivazione. Durante i periodi caldi potrebbe essere necessario annaffiare anche due volte al giorno, mentre nei periodi più freddi ed umidi potrebbe essere sufficiente un'annaffiatura a settimana.

Nei momenti di maggior calura è meglio non dare acqua, così come durante le gelate invernali, se il bonsai è dimorato in un ambiente esterno.

Bisogna bagnare direttamente il terreno evitando di versare l'acqua sulle foglie. L'annaffiatura deve essere effettuata lentamente, ad intervalli, per permettere un'equilibrata imbibizione del terriccio.

La concimazione deve avere luogo nel periodo che va dalla primavera fino al tardo autunno, evitando di intervenire nei periodi più caldi dell'estate. Il concime deve essere necessariamente fornito alla pianta soprattutto se si trova dimorata in un vaso piccolo, per via del rapido esaurimento dei nutrienti. Si possono usare sia il concime solido, che permette un graduale rilascio delle sostanze utili, sia il concime liquido, più pratico, da diluire nell'acqua dell'annaffiatura.


Bonsai rose: Potatura e rinvasi

Alcune tecniche tipiche, tradizionali dell'arte del bonsai, non possono essere applicate alla rosa. Per dare al bonsai di rosa la forma desiderata, non si può intervenire con tiranti, fili e pesi, come se si trattasse del bonsai di un albero. L'unico modo per intervenire consiste nella potatura dei rami e delle radici quando si effettua il rinvaso. Si può anche intervenire direttamente sui fiori, se particolarmente folti, in modo delicato per impartire particolari tratti ed effetti di rara bellezza. Gli interventi di potatura vanno fatti nel periodo di riposo, durante la stagione invernale, verso febbraio e marzo.

Durante il resto dell'anno è comunque possibile effettuare potature di mantenimento al fine di eliminare parti vecchie, secche o malate della pianta.

E' bene ricordare che i tagli vanno sempre effettuati con utensili disinfettati per evitare la contaminazione con patogeni, e con lame ben affilate in grado di apportare tagli netti e sicuri. Questo consente di diminuire il rischio di cicatrici e di danni al fusto. Dopo il taglio è necessario applicare un particolare mastice che consente una più rapida guarigione nella zona della ferita e una valida protezione da parassiti e microrganismi pericolosi.

L'intervento di potatura delle radici, che avviene durante i rinvasi, va effettuato durante il riposo vegetativo, in inverno. Il nuovo terriccio, deve consistere in una miscela di torba, sabbia e terriccio universale, in proprozione di 1:1:2, vale a dire metà terriccio, un quarto di torba e un quarto di sabbia.


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