Verniciatura

Un'operazione delicata

Ci sono azioni che incutono timore solamente quando si presentano davanti agli occhi sottoforma di idee. Ci sono cose da fare che spaventano le persone meno avvezze al fai da te e tutt’altro che propense ad arrangiarsi in casa senza l’aiuto di artigiani e collaboratori. La strada verso la perfezione della persona umana passa per la completa sincronia tra mente e corpo: i saggi cinesi dicevano che nel momento in cui le mani agiscono in perfetta sintonia con la mente. Ma abbiamo sottolineato che stiamo parlando della strada verso la perfezione, che per molte persone non esiste neppure. Senza divagare, possiamo dire che non tutti abbiano la stessa inclinazione per il fai da te e per la collaborazione tra le mura domestiche. O meglio, ci sono compiti che terrorizzano al solo pensarli, e ci sono mansioni che invece risultano più abbordabili e facili da gestire. La verniciatura rientra, molto probabilmente, nella prima categoria, ovverosia tra quelle “missioni” che non tutti sono capaci di portare a termine in maniera impeccabile e senza pensieri. E’ comprensibile, assolutamente. Un po’ perché pitturare è difficile di per sé, ed è anzi assimilabile al catalogo delle “arti”, un po’ perché per riuscire a raccapezzarsi in alcuni ambiti occorrono passione e spirito di sacrificio non comuni. Dunque quando si parla di verniciatura si fa riferimento senza ombra di dubbio a qualcosa di complicato e impegnativo, ma dipende dai punti di vista. Già, perché se vogliamo fare ancora riferimento ai proverbi antichi e alla saggezza popolare, che è un punto di riferimento sempre più che valido, possiamo dire che “difficile è solo ciò che non si conosce”, e che pertanto anche la verniciatura può diventare qualcosa di semplice e di comodo da maneggiare, una volta che si comincia a fare pratica con secchi e pennelli. A ben vedere, la verniciatura è un’azione che va considerata a parte rispetto agli altri compiti tipici del fai da te, come avvitare lampadine, appendere quadri, riparare rubinetti o maneggiare strumenti elettrici. Ha in comune con queste azioni l’importanza di ragionare e usare il cervello in maniera attenta e vigile, ma differisce da queste azioni per molte ragioni. Una su tutte: la verniciatura rientra a tutti gli effetti nella categoria delle arti e dei mestieri che richiedono una maniacale cura dei dettagli. Esattamente, perché se è vero che esistono solamente due modi per verniciare: con o senza impegno, è altrettanto vero che si può avvitare male una lampadina, tenere appeso un quadro non perfetto, riparare una spina in modo che funzioni a corrente alternata, ma una parete, un frigo, una macchina verniciati male sono uno scempio che non ci si può permettere.
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L'importanza della qualità

utensili verniciaturaQuando si parla di verniciatura, si fa riferimento ad un’operazione estremamente comune, e che può rendersi necessario entro i confini di un’abitazione come per ambienti esterni e oggetti a se stanti. Si può verniciare una macchina, una porta, un armadietto, un frigorifero, un motorino, il tetto di una cantina, una saracinesca. Può capitare dappertutto di imbattersi nel forte odore di vernice: a molti piace, ad altri no, di sicuro la sua inalazione prolungata non fa benissimo. Come in ogni ambito, anche nella pitturazione la tecnologia ha fatto il proprio ingresso, influenzando in maniera pressoché totale il modo di lavorare. Un tempo la verniciatura avveniva con pennelli, a cui con il passare del tempo sono subentrati strumenti sempre più avanzati. Oggi si usano in maniera praticamente comune le “frecce”, ovverosia le pistole ad alta pressione che fanno capolino presso gli autolavaggi. La vernice è caricata in bombole pressurizzate e viene sparata dove necessario, ma in base a regole da non sottovalutare. Illustrata in maniera grossolana, la verniciatura può sembrare infatti all’altezza di tutti e facilissima da eseguire, ma non è così. Innanzitutto perché occorrono precisione e mano ferma nella realizzazione della pitturazione, in secondo luogo perché la vernice non può essere fisicamente presa e sparata dove necessario. Va utilizzata alla temperatura giusta e nelle condizioni climatiche giuste. A chi non è mai capitato di imbattersi in un’automobile la cui carrozzeria esterna fosse macchiata da croste elevate rispetto alla superficie naturale delle portiere, del tetto, del portabagagli o del cofano anteriore? A nessuno, probabilmente: capita molto spesso, soprattutto quando non ci si rivolge a professionisti qualificati, che in seguito alla verniciatura la macchina subisca danni di questo tipo, e la vernice si stacchi fisicamente dalla superficie su cui è stata sparata. Perché succede questo? Per un motivo molto semplice: il prodotto non è stato trattata in maniera adeguata, e non è stato utilizzato alla giusta temperatura e nelle giuste condizioni. Il grado di diluizione e i gradi centigradi di quello che comunque rappresenta un prodotto chimico e tossico, rappresentano fattori di fondamentale importanza. Sottovalutarli, prima di mettersi all’opera, può risultare deleterio ai fini dello svolgimento del lavoro.

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Estetica e protezione

verniciatura mobili Quali sono le ragioni essenziali che spingono qualcuno ad optare per la verniciatura, in casa o negli ambienti esterni? Possono essere molteplici. C’è chi sceglie di verniciare semplicemente ad uso decorativo, spinto dalla voglia di cambiare le connotazioni estetiche di un oggetto, e chi sceglie di verniciare per assicurare alla propria auto o a un qualunque altro oggetto, la protezione dalla ruggine o dagli agenti che possono danneggiarlo. In entrambi i casi, c’è un fattore che è impossibile sottovalutare: la qualità della vernice: non ci si può mai accontentare di un prodotto di bassa lega, magari invogliati dalla possibilità di risparmiare qualche euro. Chi più spende meno spende: una massima valida in tutti i settori e a maggior ragione in un ambito legato alla delicatezza delle azioni e all’importanza dell’estetica. Una macchina fresca verniciata con un prodotto di scarsa qualità, rimane una macchina fresca verniciata per pochissimi mesi. Per le ragioni che abbiamo pocanzi analizzato: una vernice di scarsa qualità crea problemi con l’avanzare del tempo. Si creano croste, malformazioni, bolle d’aria sugli oggetti verniciati, e la frittata è presto fatta. Un modo essenziale per proteggere ciò che si vernicia dalle insidie del tempo prevede l’utilizzo della pittura antiruggine. Quella arancione, esatto, che viene passata sui cancelli, sulle inferriate, sulle parti meccaniche da verniciare, prima della spruzzata di vernice. Si tratta di un’azione ormai pressoché meccanica, ma fondamentale per garantire una buona tenuta nel tempo. Che si tratti di un oggetto di grandi o piccole dimensioni, poco importa: l’antiruggine dà una grossa mano nella conservazione dei prodotti, e poi costa poco, quindi con uno sforzo tutt’altro che rilevante si assicura vita più lunga a ciò che si vernicia. Nei paragrafi precedenti abbiamo esaminato, tra le altre cose, lo sviluppo della pratica della verniciatura nel tempo e l’influsso della tecnologia sui modi che l’uomo ha usato per colorare in maniera efficace gli oggetti a cui era interessato. Ebbene, nelle righe seguenti focalizzeremo la nostra attenzione su una tipologia di verniciatura sempre più frequente, negli ambiti più svariati. Stiamo parlando, naturalmente, della verniciatura a polveri, un procedimento estremamente conosciuto, soprattutto nei laboratori di carrozzeria: le autovetture di piccole e grandi dimensioni vengono ormai verniciate solo ed esclusivamente mediante questo tipo di pratica.


Verniciatura: La verniciatura a polveri

forno verniciaturaDunque, come funziona la verniciatura a polveri? Per prima cosa, diciamo che si tratta di una pratica di rivestimento delle superfici metalliche mediante un film organico, di cui ci si serve per due ragioni: o a scopo puramente decorativo ed estetico, oppure con l’obiettivo di preservare il prodotto dall’azione corrosiva di agenti esterni. Il primo passaggio previsto da questo procedimento prevede che i pezzi da verniciare vengano ricoperti di una polvere particolare (detta, appunto, polvere verniciante) realizzata a base di resine sintetiche. Tale polvere aderisce alla superficie per effetto elettrostatico, prima di venire sottoposta al secondo passaggio. Dopo la polvere arriva il forno: l’oggetto in questione viene trasportato in un forno a temperature altissime, dove la polvere prima si fonde e poi si polimerizza, aderendo alla superficie da verniciare in maniera perfetta e indelebile. Stiamo parlando di una pratica che rappresenta sì l’ultima frontiera della verniciatura, ma che al contempo è disponibile presso la maggior parte delle officine di carrozzeria e non solo. Le autovetture, al giorno d’oggi, vengono praticamente verniciate sempre e solo così. Per i gestori, tuttavia, il forno per la verniciatura in polvere rappresenta un investimento importante, in quanto si tratta comunque di un macchinario di dimensioni relativamente grandi. Tale dotazione prevede la presenza di un nastro trasportatore a catena, dove scorrono i pezzi da verniciare, che generalmente sono parti metalliche di vario tipo. Successivamente è presente un sistema di lavaggio pezzi: gli oggetti, infatti, prima di essere verniciati, vengono lavati approfonditamente, prima di entrare nel forno vero e proprio, dove avviene l’importantissima fase di polimerizzazione. Infine, a completare l’impianto sono presenti le cabine di applicazione, ovvero i locali di piccole dimensioni dove si trovano le pistole elettrostatiche o triboelettriche. E’ importante osservare che anche in questo caso, come per la verniciatura classica, è fondamentale assicurarsi un prodotto di buona qualità che va preparato al lavoro necessario. E’ fondamentale tenere presente le condizioni in cui si lavora e le temperature da tenere sempre sotto controllo, per ottenere risultati soddisfacenti sotto tutti i punti di vista. Per il resto, che si tratti di acciaio, zinco, metalli nobili o alluminio, poco importa: comprate la vernice giusta e trattatela nel modo giusto, non ve ne pentirete.



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