Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e proviamo a calcolare quelle che sono le posizioni certe e sicure in materia di videosorveglianza e privacy. A ben guardare non si tratta di concetti antipodici ma piuttosto di esigenze che potrebbero facilmente diventare configgenti perché fondamentalmente di segno opposto. E come spesso accade quanto si profila lo scontro tra esigenze opposta l’unica soluzione per giungere ad un accordo consiste nel valutare i testi di legge inerenti per materia. Ma, purtroppo, nel caso del rapporto tra videosorveglianza e privacy, una posizione ufficiale dal punto di vista legislativo manca. E ciò perché a mancare è un testo di legge ad hoc per cui l’accorgimento legale consiste nel trattare il tema della privacy e delle videosorveglianza come si trattasse dei dati personali.
In altre parole accade che il trattamento dei dati personali acquisiti mediante apparecchi di videosorveglianza sono inquadrati dal punto di vista legale allo stesso modo di tutti gli altri dati personali. E quindi devono sottostare a quegli obblighi generici nati che sono predisposti dal Garante della privacy. Il primo obbligo fondamentale cui dobbiamo fare riferimento è quello di informazione vale a dire che gli interessati devono essere palesemente informati che stanno transitando all’interno di un’area sottoposta a videosorveglianza. Un discorso a parte, o meglio, una breve parentesi all’interno dell’intera questione su videosorveglianza e privacy è quello che riguarda l’esposizione di telecamere fittizie: in questo caso la disciplina è più complessa perché, ovviamente, l’esposizione di un cartello a specificare che si tratta di un’apparecchiatura finta, priverebbe la telecamera stessa della sua funzione di deterrente.
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