Verifica dei fumi caldaia

Verifica dei fumi caldaia: in cosa consiste?

Il 12 luglio 2013 è entrato in vigore il decreto legislativo 74/2013 che ridefinisce le norme per quanto concerne l'obbligo di manutenzione della caldaia e la verifica dei fumi caldaia. Quando si parla di controllo dei fumi della caldaia, s'intende analizzare il processo di combustione, verificando la concentrazione di ossido di carbonio e valutando l'indice di fumosità. Il controllo va eseguito da un operatore abilitato che a fine lavoro compila il "rapporto di controllo tecnico", riportando nella sezione "controllo del rendimento di combustione", tutti i dati rilevati in fase di verifica dei fumi caldaia. La normativa prevede l'obbligo di compilare il libretto di impianto ogni volta che vengono eseguiti interventi di controllo ed eventuale manutenzione ordinaria o straordinaria sull'impianto. La manutenzione sulla caldaia e la verifica dei fumi spetta all'occupante dell'immobile, se la casa è data in affitto è compito dell'inquilino interessarsi al controllo del'impianto termico, mentre un impianto amministrato in condominio, il responsabile è l'amministratore.
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Quando effetturare la verifica dei fumi caldaia

caldaia Le scadenze per il controllo dei fumi variano in base alla tipologia d’impianto e alla potenza termica. Le caldaie con una potenza termica compresa tra 10kW e 100kW alimentate a combustibile allo stato liquido o solido, il controllo dei fumi va eseguito ogni due anni. La scadenza biennale è prevista anche per le caldaie superiori a 100kW e alimentate a gas, metano o gpl. La stessa tipologia di caldaia ma con potenza termica compresa fra 10kW e 100kW va eseguito il controllo dei fumi ogni 4 anni. Mentre per le caldaie con potenza termica superiore a 100kW ma sostenute a combustibile solido o liquido i fumi vanno esaminati ogni anno. L’analisi dei fumi va verificata anche quando si attiva per la prima volta la caldaia, dopo la sostituzione di alcuni apparecchi tipo il generatore di calore, oppure quando è necessario un intervento che comporta la modifica dell’efficienza energetica. Se per la verifica dei fumi caldaia è prevista una normativa, per la manutenzione dell'impianto termico la periodicità è stabilita dal fabbricante oppure è riportata sul libretto delle istruzioni, ma in genere è preferibile farla una volta l'anno.

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    Quanto costa controllare i fumi?

    fumi caldaia La verifica dei fumi caldaia è obbligatoria, quindi si rende necessario controllare l'efficienza energetica del proprio impianto per non incorrere in sanzioni. Dal 15 ottobre 2014 è previsto l'utilizzo del nuovo libretto, composto da trentasette pagine, che è andato ad affiancare quello già esistente. Nel primo viene verbalizzato il "rapporto di efficienza energetica" degli impianti, mentre sull'altro i periodici controlli effettuati sugli apparecchi in fatto di igiene, salubrità e sicurezza. Se in passato controllare l'impiano e fare la verifica dei fumi caldaia costava da 80 a 100 euro, ora per controllare una caldaia collegata a 5 termosifoni e un impianto di climatizzazione con 3 split allacciati, il costo si aggira intorno a 200 euro. A volte molte ditte offrono il pacchetto a prezzo scontato che include la manutenzione e il controllo dei fumi.


    Come effettuare il controllo dei fumi

    fumi caldaia La verifica dei fumi caldaia va eseguita da personale qualificato e abilitato all'operazione. L'operatore utilizza un apparecchio che posto all'interno della caldaia gli fornisce tutti i dati necessari per rilevare l'efficienza energetica dell'impianto. L'importante è controllare se alla fine del lavoro, il libretto venga debitamente compilato e venga rilasciata una copia firmata del "rapporto di controllo tecnico". Controllare gli impianti termici è importante perché permette di mantenere alti gli standard di efficienza energetica e sicurezza. A volte basta una semplice ispezione per evitare gravi incidenti, come l'esplosione di una caldaia o la perdita di monossido di carbonio, letale per l'essere umano se respirato. Visto che la verifica dei fumi caldaia è regolarizzata dalla legge, se in caso di accertamento non si è nella condizione di fornire la documentazione richiesta, le multe variano da 500 euro fino a 3 mila euro, un motivo in più per mettersi in regola.




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