Posa autobloccanti

Preparazione del piano di finitura

L’operazione consigliata, prima della posa dei masselli autobloccanti, è l’accertamento della capacità del terreno a sopportare le sollecitazioni cui la pavimentazione sarà sottoposta. Inoltre, occorre tenere conto del sottofondo a contatto con caditoie, chiusini e aree di riempimento dove sono posate le tubazioni, che dovranno essere compattate con cura. Esclusi i sottofondi utilizzati a scopo pedonale, la compattazione non deve essere affidata alle piastre vibranti, poiché queste agiscono a una minima profondità. La pavimentazione finita, per non favorire il ristagno d’acqua, deve avere la pendenza minima suggerita dell’1,5%. I manufatti, come le caditoie, i chiusini, le canalette e simili, vanno messi allo stesso livello del pavimento, considerando che si avrà un calo di 3-5 millimetri per le sollecitazioni cui sarà sottoposto. Nel caso in cui la pavimentazione sarà destinata a ricevere traffico di veicoli, è di primaria importanza realizzare, come contenimento laterale, cordoli in calcestruzzo. I cordoli devono essere posti prima della pavimentazione e adagiati su un piano in calcestruzzo. Altro elemento di cui tenere conto nella preparazione del piano di finitura, è la posa del geo tessuto, con i compiti di separare gli strati e distribuire i carichi. Le posizioni possibili in cui sistemare il geo tessuto sono due: sulla fondazione, prima di costruire la massicciata, oppure sul sottofondo, dove sarà posta la sabbia di allettamento.
Posa autobloccanti

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Stesura della sabbia di allettamento

autobloccantiIl piano di allettamento deve essere realizzato con sabbia alluvionale o derivata dalla macinazione di roccia con alta resistenza meccanica. Si può fare ricorso anche a leganti come il cemento, evitando però la sua stesura superficiale sulla sabbia ma, invece, mescolato a essa senz’acqua, per avere un piano di allettamento rigido. Sconsigliata invece la posa di sabbia sulla malta di cemento, soprattutto se la pavimentazione è destinata al traffico di veicoli. La prima caratteristica vincolata è lo spessore del piano di allettamento, che deve andare da 3 a 6 centimetri dopo la staggiatura e, in assoluto, la pendenza non deve essere realizzata modificando l’altezza dello strato stesso. Un maggiore spessore va considerato nel caso di sottofondi in calcestruzzo o con uso di cemento, mentre quello minore è consigliato per sottofondi con materiali non legati. Infine la staggiatura, che si può realizzare in due modi: con la precompattazione, per la quale si avvia la stesura della sabbia che sarà compattata con la piastra vibrante, e poi si crea un altro strato di 1,5 centimetri e si staggia; questo metodo è adatto per pavimentazioni che devono sopportare carichi consistenti. Il secondo modo, al contrario, prevede che la sabbia sia compattata una volta terminato di posare gli autobloccanti. Da ricordare che con temperatura sotto 1° la staggiatura non potrà essere praticata.

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    Posa autobloccanti: Posa in opera degli autobloccanti

    Pronto il piano di allettamento si posano i masselli autobloccanti. La loro disposizione varia in funzione del tipo di autobloccante usato e dalla destinazione d’uso del pavimento. Dove transitano i veicoli, è consigliabile la posa a spina di pesce, a 45° dalla direzione di marcia. Generalmente, i masselli hanno dei distanziatori sulle facce laterali, per mantenere una via di fuga di dimensione costante. Se, invece, gli autobloccanti non ne sono forniti, occorre assicurare un’apertura del giunto di massimo tre millimetri. Per assicurare una colorazione uniforme, si raccomanda di utilizzare masselli prelevati da non meno di tre confezioni distinte. La posa maggiormente praticata è quella manuale, che assicura l’accuratezza di colori e geometrie diverse, però si deve fare attenzione ai giunti tra i diversi piani per mantenere la continuità nel pavimento. Per questo, si devono sistemare i piani in modo sfalsato, regolando spesso la dimensione dei giunti con fili di riferimento. Durante la posa dei masselli, è bene curare le finiture del pavimento quando viene a contatto con caditoie, chiusini o simili, anche se di massima, come drenaggio, è meglio installare una canaletta. Infine, nel caso si debbano usare malte cementizie, per sigillare un manufatto che deve essere posato nell’ultima fila di autobloccanti, queste devono essere additivate, in modo che non si creino fessure o rotture a causa di piccoli spessori o insufficiente consistenza della malta.


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