Arte dell'ikebana

Le differenze tra ikebana e tecniche occidentali

L'ikebana punta a raggiungere un equilibrio di armonia in base a precise regole sulla disposizione dei fiori e le loro proporzioni.

Per comprendere al meglio la filosofia che c'è dietro l'arte dell'ikebana bisogna capire le differenze che questa tecnica ha rispetto alle più classiche composizioni dell'occidente.

Le realizzazioni floreali occidentali, infatti, danno più risalto alla quantità dei fiori utilizzati, ai loro colori ed alle forme, eliminando tutto ciò che viene considerato superfluo.

Le composizioni realizzate con questi principi, unite al fatto che vengono posti in vasi poveri di acqua, portano ad un rapido appassimento. Inoltre c'è il vincolo di utilizzare vasi che per forza di cose possono contenere la lunghezza dei gambi.

Da ciò è inevitabile perdere la pura essenza dei fiori, nonostante si tratti di composizioni ricche.

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La storia dell'arte dell'ikebana

ikebana L'ikebana ha origine nel VI secolo d.C. quando il buddismo giunse in Giappone ottenendo fin da subito larga diffusione. I nuovi templi venivano arricchiti con fiori portati come doni per le divinità.

La nuova religione ha rafforzato la tradizione scintoista che prevedeva un rapporto indissolubile tra l'uomo e la natura, rendendo le composizioni floreali una vera filosofia di vita.

Si può individuare nel monaco Ono–no–Imoko colui che ha inventato l'arte dell'ikebana, che lasciò una vita di ricchezze per vivere da eremita dedicandosi esclusivamente alle composizioni con i fiori.

Successivamente, tra il 1200 ed il 1500, con il diffondersi della filosofia Zen, i beni materiali furono considerati non essenziali ed effimeri, e vennero soppiantati dalla purezza e dal bello. Tutto ciò portò ad un ulteriore sviluppo dell'ikebana come ricerca dell'essenziale. E' proprio grazie alla filosofia Zen che l'arte dell'ikebana iniziò ad essere praticata anche dalle donne.

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    I principi base dell'arte dell'ikebana

    ikebana L'arte dell'ikebana si basa su molteplici principi. Quello più evidente è l'utilizzo mirato dei rami, che venendo disposti in modo strategico riescono ad esaltare i pochi fiori, o addirittura l'unico fiore, della composizione. Questo principio è considerato un vero e proprio caposaldo dell'arte dell'ikebana.

    Anche l'utilizzo di radici e sassi assume una grande importanza al fine di ottenere composizioni che rappresentano l'interezza della natura in pochissimo spazio.

    I vasi che si usano per queste composizioni solitamente sono in ceramica, dipinte con colori scuri o tinte molto tenui e delicate. Altri materiali utilizzati per i vasi da ikebana sono il rame o il tipico bambù orientale. Cosa più importante per un vaso è che sia essenziale e sobrio, in quanto non deve far passare i fiori in secondo piano agli occhi di chi ammira e deve contribuire a creare una perfetta armonia d'insieme.


    Arte dell'ikebana: L'ikebana e l'influenza dell'occidente

    ikebana Con la fine dell'epoca feudale in Giappone nell'ultima parte dell'ottocento, il Paese scopre nuove frontiere fino ad allora proibite attraverso le quali c'è l'introduzione di nuovi tipi di fiori fino ad allora sconosciuti, dando nuova linfa all'arte dell'ikebana.

    Unshin Ohara, nel 1910, crea una vera e propria scuola di pensiero, oltre che di pratica, che mira all'utilizzo dei fiori occidentali insieme a vasi molto più bassi e molto meno profondi dei tradizionali. Questo ramo dell'ikebana ha un nome preciso: Moribana.

    E' al termine della seconda guerra mondiale che l'ikebana inizia a diffondersi con successo in tutto il resto del mondo. Ciò comporterà l'introduzione di tecniche nuove e materiali fino ad allora mai utilizzati e sconosciuti come il vetro, il cartone, il ferro, le corde, diversi tipi di metallo, colla e quant'altro. Naturalmente queste innovazioni discostano l'ikebana dalla tradizione e come risultato si avranno due tipi di stili.


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