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In questo documento, il tecnico dichiara di avere svolto verifiche e prove obbligatorie: visive e strumentali. Quelle visive, devono riscontrare la presenza degli apparecchi di sezionamento e di protezione per le sovracorrenti, la presenza di un apparecchio differenziale tarato per un intervento nominale non superiore a 30 mA e la presenza di dispositivi che proteggono dai contatti diretti o indiretti. Le prove strumentali, invece, riguardano la buona funzionalità delle apparecchiature sopra descritte, in particolare il grado di intervento del dispositivo differenziale. Inoltre, occorrono anche prove e verifiche, in funzione della rispondenza dell’impianto elettrico alle normative vigenti, per quegli impianti realizzati dal 13 marzo 1990 al 27 marzo del 2008. In questo caso sono sufficienti le verifiche visive, che riguardano la taratura degli apparecchi di protezione, la corretta posa in opera dei dispositivi di sezionamento e comando, la facilità di accesso all’impianto per scopi manutentivi e la giusta identificazione dei conduttori in base al codice dei colori. Di seguito, poi, ci sono altre prove da mettere in atto: eventuali lesioni dei fili di protezione (PE) ed equipotenziali; la giusta portata di corrente elettrica e la verifica della caduta di tensione elettrica tra i punti collegati; il riconoscimento dei corto circuiti; l’appropriato isolamento dei fili di fase, neutro e protezione; il rilevamento e misura della resistenza di terra; la prova di polarità degli interruttori unipolari nei circuiti monofase; il controllo del ciclo delle fasi nei circuiti trifase.
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Il secondo allegato prevede uno schema dell’unifilare dell’impianto, dove sono presi in considerazione gli elementi più importanti dell’impianto stesso evidenziati con segni, codici e riferimenti specifici. Per ogni elemento dell’impianto, si devono riportare il nome, l’ubicazione, la matricola e altri dati peculiari. Ad esempio, per l’apparecchio di protezione automatica per i corto circuiti, devono essere riportati almeno la corrente e la tensione nominali e la capacità di interruzione, cioè la quantità di corrente che è in grado di interrompere nel caso di un corto circuito. Compilata la dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico, il tecnico deve firmare l’atto per la idoneità o inidoneità in cui versa l’impianto, con la controfirma per ricevuta da parte del committente.
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