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Riferendoci al vetro, di solito, parliamo di quel materiale che viene utilizzato in edilizia come materiale di costruzione (in particolare di infissi) , in oggettistica (per la creazione di oggetti particolari, come vasi , contenitori ecc), e nella bigiotteria (per la creazione di articoli colorati e particolari). In molti casi, comunque, l’ uso del vetro è motivato per lo più dalla sua trasparenza e dalla sua versatilità: esso, infatti, può essere “Personalizzato” facilmente, attraverso delle colorazioni o dei disegni particolari.
Spesso in commercio si può trovare del vetro “verde”, colore che il vetro assumeva nei primi secoli del suo utilizzo, causato dalla presenza di impurità di ferro al suo interno. Nella sua forma pura, invece, il vetro è trasparente ( in quanto al suo interno no vi sono stati di transizione elettronici nell’ intervallo energetico della luce visibile) e duro e dona una superficie molto liscia. Esso, però, è anche fragile e quando si rompe, tende a cadere in moltissimi piccoli frammenti taglienti.Il vetro comune, comunque, non è trasparente per le lunghezze d’ onda minori a 400 nm, in quanto al suo interno viene aggiunta della soda. Tale vetro viene chiamato anche “vetro siliceo”, in quanto al suo interno vi è una prevalenza quasi assoluta di diossido di silicio. Tale diosissido di silicio ha un punto di fusione di circa 1800°C, tuttavia spesso durante la produzione vengono aggiunti dei fondenti, ovvero delle sostanze particolari, che abbassano tale punto di fusione a circa 100°C, come ad esempio il carbonato di sodio o il carbonato di potassio. La presenza di soda, però, rende il vetro solubile in acqua, cosa molto svantaggiosa, per cui tale sconveniente viene ovviato con della calce. Ad ogni modo, il vetro può essere facilmente modificato inserendo delle sostanze particolari come: i fondenti, che abbassano la temperatura di fusione, come è stato già detto; gli stabilizzanti, che migliorano le proprietà chimiche e meccaniche del vetro; i coloranti, che servono appunto a colorare il vetro; gli opacizzanti, per la creazione di vetro opalino; e gli affinanti, atti ad eliminare qualsiasi difetto dal vetro.
Per vetri particolarmente decorati, utilizzabili in edilizia per rendere degli ambienti molto piacevoli dal punto di vista estetico, si possono ottenere: vetri stampati, in cui una superficie del vetro viene stampato con un disegno in rilievo; vetro retinato, in cui all’ interno del vetro viene incorporata una rete metallica, vetro che viene utilizzato per motivi di sicurezza; vetro ornamentale, ovvero quella tipologia di vetro che viene decorata in modo molto particolare.
Ora si cos’è il vetro, come si ricava e quali sono le sue caratteristiche. Ma dove viene utilizzato il vetro? Il vetro è un materiale molto particolare che può essere utilizzato in vari settori. In primis, esso viene utilizzato per la realizzazione di infissi, ovvero di porte e finestre, proprio grazie alla sua trasparenza. Il vetro viene molto utilizzato anche in oggettistica, ove esso permette di ottenere degli oggetti molto particolari e anche piuttosto costosi, come ad esempio lampadari, vasi ecc. Molto particolare in questo settore è il cristallo, diverso dal vetro in quanto possiede maggiore luminosità e sonorità. Esso si ottiene aggiungendo dell’ ossido di piombo . Il vetro viene anche utilizzato nei laboratori di chimica, biologia e di fisica, sotto forma di flaconi, vetrerie per analisi, lenti ecc. In questi campi, però, generalmente si utilizza il vetro borosilicato, utile per la sua robustezza e in quanto caratterizzati da un minore coefficiente di dilatazione termica, che garantisce la resistenza del vetro anche se sottoposto a degli shock termici. Infine, il vetro viene utilizzato anche in bigiotteria, in particolare sottoforma di “Perline di vetro”, che però possono assumere le forme più svariate: rotonde, quadrate, a goccia ecc. Esso è un materiale molto utilizzato e amato in questo campo in quanto permette di creare degli oggetti molto belli e particolari da vedere.Il vetro stratificato è una particolare tipologia di vetro, lavorata al fine di essere una sorta di “vetro di sicurezza”. La sua particolarità, che lo rende, appunto, sicuro anche in situazioni di emergenza, è la sua resistenza al dividersi in tantissimi pezzi quando è fratturato.
Infatti, quando subisce una sollecitazione tale da comportare una rottura, i vari strati da cui è composto vengono comunque tenuti insieme da uno strato intermedio, in genere composto da polivinile butirrale. In questo modo, anche quando il vetro viene rotto, non solo non si frantuma in tanti piccoli frammenti, ma soprattutto non abbandona il luogo in cui è stato posizionato, cosa che potrebbe essere un grave rischio per le persone e per gli oggetti vicini. Quando viene rotto, infatti, esso assume la caratteristica forma “a ragnatela”. Questa tipologia di vetro è, oggi come oggi, molto utilizzata, in quanto impedisce qualsiasi tipologia di pericolo per le persone e per gli oggetti che utilizzano dei vetri in qualsiasi struttura. In particolare, esso viene utilizzato nei parabrezza delle automobili, in cui l’ uso di un vetro diverso potrebbe comportare ferite da parte dei viaggiatori in caso di rottura del vetro, ovviamente provocate dai frammenti prodotti da quest’ ultimo. Esso viene utilizzato anche in aree geografiche soggette a terremoti o ad uragani. Il vetro stratificato ha anche la capacità di aumentare il livello di insonorizzazione e di bloccare le radiazioni ultraviolette.Per la creazione di un vetro stratificato, i vari strati di cui il vetro è composto (quindi lastra, foglio adesivizzante, lastra), viene sottoposto ad un trattamento che prevede una temperatura e una pressione molto elevate. La temperatura è prossima ai 70 °C circa, mentre la pressione viene esercitata con dei rulli ed ha la funzione di eliminare tutta l’ aria presente tra uno strato e l’ altro. Il foglio adesivizzante ha uno spessore molto ridotto, circa del 5% rispetto allo spessore delle lastre. Generalmente, partendo da lastre di 4 mm ciascuna, si arriva quindi ad ottenere dei vetri stratificati di 8,45 mm circa. Ovviamente questo è il processo di produzione di un vetro stratificato in modo industriale. Ma esso può essere ottenuto anche artigianalmente, utilizzando della resina liquida, alla quale è possibile aggiungere anche dei pigmenti colorai, in modo che il vetro stratificato può essere anche variamente colorati (anche per quanto riguarda l’ intensità). Dal punto di vista operativo, i vetri stratificati si ottengono facendo combaciare due lastre uguali, da fissare ai bordi con del nastro adesivo, in modo che questo copra tutto il bordo. Bisogna, però, fare in modo che tra le lastre vi sia una camera d’ aria nella quale sia possibile versare la resina. A questo punto si praticano delle leggere aperture ai bordi del vetro, in modo che l’ aria e la resina in eccesso possa fuoriuscire, e si versa nella camera d’ aria la resina. A questo punto si sigillano le aperture fino a quando la resina non si indurisce (18 ore).
Per quanto riguarda i prezzi dei vetri stratificati, indicativamente si può dire che un vetro stratificato senza caratteristiche particolari, formato da due lastre di circa 3 mm ciascuna, ha un prezzo di circa 30 euro al mq. Il prezzo sale a 0 euro per un vetro le cui lastre sono spesse ciascuna 5 mm. Ovviamente, poi, all’ aumentare dello spessore delle lastre, aumenta anche molto il prezzo. I vetri speciali, ad esempio, il cui spessore si aggira intorno ai 25-27 mm, spesso scelti perché in grado di garantire un elevato isolamento acustico, hanno un prezzo prossimo ai 75 euro al mq, arrivando 1 20 euro per uno spessore di circa 35 mm. I vetri antiproiettili, invece, hanno un prezzo di circa 200 euro al mq, per un peso di circa 70 kg al mq. Se si sceglie un vetro antieffrazione, invece, lcon spessore di 27-30 mm e un peso di 45 kg circa al mq, il prezzo scende a circa 120 euro. Infine, i vetri blindati hann0o un prezzo molto elevato, che possono superare anche i 400 euro al mq.
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