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Oggi come nell'antichità, le case a corte hanno generalmente una pianta regolare racchiusa su quattro lati, a formare uno spazio centrale aperto che solitamente viene adibito a zona giardino, oppure a cortile lastricato. Intorno agli anni venti, l'evoluzione di questa tipologia di abitazione ha portato all'abbandono della forma rigida della pianta, andando verso la realizzazione di nuclei abitativi, isolati veri e propri formati da case a corte oppure a C o a L, affiancate le une alle altre, quindi sempre chiuse sui quattro lati. Tale affiancamento è reso possibile grazie alla caratteristica di queste abitazione di avere pochissime aperture sui lati minori, con l'ingresso della luce proveniente dalle vetrate che si affacciano sulla corte. Questo tipo di struttura si presenta come se fosse un microcosmo nella città.
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Uno dei grandi teorici delle case a corte in versione moderna è stato "Mies Van der Rohe" che progettò un particolare agglomerato di abitazioni associate, al fine di creare uno spazio raccolto e intimo. In Italia, questo tipo di costruzione fu molto studiata da Pagano, ma chi la applicò veramente fu l'architetto razionalista Adalberto Libera, nel 1952 nel quartiere Tuscolano, creando una corte formata da edifici ad L, corredata da aree di riposo e sosta allo scopo di favorire la socializzazione tra gli abitanti del quartiere. In Italia è il primo esempio di casa a patio su larga scala, che soddisfa al meglio le esigenze abitative cittadine, in particolar modo quelle relative alla cosiddetta Edilizia Popolare.
Rem Koolhaas è invece un architetto di livello nazionale che ci porta direttamente in Giappone e che nel 1991, assieme ad altri quattro architetti, venne invitato a progettare case individuali per il distretto Kashi di Fukuoka, dalla "Next World Housing". Il progetto è l'esempio perfetto per sintetizzare al meglio le caratteristiche finora descritte, come l'architetto stesso dichiara, l'idea nasce dall'analisi delle domus romane e dagli studi effettuati da "Mies Van Der Rohe". Il risultato di questo lavoro è un insieme di ventiquattro alloggi singoli, incorporati in due blocchi, all'interno dei quali prendono forma le corti, da cui gli alloggi prendono luce ed aria. Nella costruzione non vengono dimenticate le caratteristiche distintive dell'architettura giapponese: un elevato grado di privacy e un ampio uso delle partizioni verticali.Al giorno d'oggi le case a corte difficilmente sono adoperate nella realizzazione di isolati, per i quali viene piuttosto adoperata la conformazione a schiera, ma vengono piuttosto scelte per edilizia di tipo privato. La casa del "Gruppo Foresta a Lecce" è un ottimo esempio di abitazione con patio interno in stile contemporaneo. Sono in effetti tre diverse abitazioni per le quali la zona giorno si affaccia sul patio che si trova ad un livello inferiore rispetto all'ingresso e alla strada. Questo progetto permette di apprezzare al meglio l'evoluzione delle case a corte, con la loro tendenza a chiudersi sviluppandosi attorno ad uno spazio riservato, ma dialogando contemporaneamente con l'esterno attraverso le aperture poste sulla facciata.
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