Lampadine a incandescenza
Le lampadine a incandescenza sono state inventate nel 1820. La versione originale aveva un filamento di carbonio e una vita molto breve. Rimasero tali fino al 1879, quando Thomas Edison inventò una versione che presentava un filamento di tungsteno, che permetteva una ben più lunga durata. Oggi questa tipologia di lampada copre circa l'85 % dell'illuminazione domestica. Il costo è piuttosto contenuto, altro fattore che ha contribuito alla sua enorme diffusione. Esiste però anche il rovescio della medaglia: le lampadine ad incandescenza producono molta dispersione di calore, vanno sostituite abbastanza spesso e non sono ad alta efficienza energetica. Ciò significa che sono leggermente più costose da gestire, e che altri tipi di illuminazione, come ad esempio le lampade fluorescenti, si tradurranno in un non indifferente risparmio economico, soprattutto nel lungo periodo.Come funziona esattamente una lampadina a incandescenza? La struttura è rimasta pressoché la stessa del modello originario.
Le moderne lampadine ad incandescenza mantengono ancora la stessa durata di 1000 ore, anche se sono state create versioni che, grazie ad un filamento più spesso di tungsteno, possono durare fino a 2500 ore (standard ancora piuttosto basso, se pensiamo al fatto che le lampadine fluorescenti possono durare fino a 25.000 ore). Il processo di funzionamento è molto semplice: quando l'elettricità viene fatta scorrere attraverso un filo di tungsteno fine, questo elemento si riscalda e produce luce. I fili elettrici e il tungsteno sono alloggiati all'interno di un bulbo di vetro, perché l'ambiente sottovuoto impedisce che tali fili si fondano. Purtroppo capita spesso che i filamenti si rompano o si brucino, con la conseguente impossibilità di condurre l'elettricità che si traduce in mancanza di luce. Una lampadina da 60 watt ha una vita media di 1.500 ore. Se si utilizza una lampadina a incandescenza per quattro ore al giorno, significa che lavorerà per poco più di un anno. L'intensità della luce viene misurata con la potenza in Watt. Una lampadina tradizionale da 60 watt emette circa 640 lumen (ovvero l'unità di misura della luminosità). Il bulbo e i filamenti sottili sono abbastanza propensi alla rottura, soprattutto quando vengono eccessivamente surriscaldate. Invece, le lampadine a LED e le lampade fluorescenti compatte non hanno filamenti e sono quindi meno sensibili alle vibrazioni e alle sollecitazioni del calore.
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Per risparmiare sui costi e avere una durata maggiore, si potrebbe prendere in considerazione l'idea di sostituire le lampadine ad incandescenza con quelle LED, almeno nelle lampade che si utilizzano di più. Procedere non è difficile, ma occorre compiere ogni passaggio con la massima precisione.
Per prima cosa, determinate quale dispositivo è più adatto in termini di potenza.
Queste informazioni dovrebbero essere indicate sul dispositivo stesso e sul bulbo della lampadina originale. Acquistate quindi una lampadina LED che corrisponda alla potenza necessaria.
Spegnete l'apparecchio e togliete la spina dall'alimentazione elettrica. Rimuovete con delicatezza
la lampadina a incandescenza originale svitandola. Mettetela da parte con cura in modo che non si rompa. Ora non dovete fare altro che avvitare la nuova lampadina LED e reinserire il cavo di alimentazione, controllando che la lampada funzioni correttamente.
A differenza delle lampade fluorescenti, quelle ad incandescenza non contengono sostanze potenzialmente nocive, come il mercurio. Questo vantaggio rende il processo di riciclaggio molto più sicuro e più facile da realizzare. Se non sapete cosa fare delle vostre vecchie lampadine, raccoglietele in uno scatolone per poterle poi riutilizzare. In questo modo darete una mano anche all'ambiente. Mettete lo scatolone sul piano di lavoro, e iniziate a separare le lampadine fluorescenti da quelle ad incandescenza. Il procedimento di riciclaggio è infatti molto differente per le due tipologie.
Cominciate ad imballare le lampadine a incandescenza in piccoli contenitori di cartone o in strati di carta di giornale. L'importante è che l'imballaggio sia sicuro e non provochi la loro rottura. Con un pennarello indelebile etichettate ogni involucro, segnando la tipologia e il numero di watt corrispondenti. Informatevi sulla società che effettua il servizio di riciclo e consegnate il materiale.
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