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La normativa da seguire per la costruzione di una casa addossata deve essere richiesta presso l’ Ufficio tecnico del proprio Comune, in quanto ogni comune ha una propria legislazione, quindi possono variare gli oneri, i principi, i limiti da rispettare, o addirittura, in caso di zone particolarmente sismiche, può esserci una formazione speciale, ovvero la legislazione antisismica. Detto questo, in questo articolo saranno date delle indicazioni generali, più o meno simili a quelle di tutti i Comuni italiani, o almeno della maggior parte di essi.
La prima cosa da fare, per costruire una casetta addossata ma anche per installare una qualsiasi costruzione anche solo appoggiata al terreno e non ancorata, si deve ottenere un permesso di costruzione (chiamata anche Licenza edilizia). La stessa cosa vale anche per le modifiche, quindi anche per ristrutturazioni o per modificare semplici porte e finestre (ovviamente non per la sostituzione degli infissi, ma vale per l’ eventuale allargamento o restringimento di queste fessure). Purtroppo, anche per la realizzazione di casette addossate al muro vige la stessa regola, in quanto si tratta di una struttura che modifica il prospetto dell’ edificio, e perché costituiscono “volumi” prima del tutto inesistenti. Secondo molte guide su Internet, basta pubblicare la DIA (Denuncia di Inizio Attività ,quello che oggi viene chiamato Super DIA in quanto i documenti da presentare al Comune di appartenenza sono di maggior quantità), all’ Ufficio Tecnico del Comune. Tuttavia si tratta di una falsità, in quanto la DIA va presentata soltanto quando il lavoro che si esegue non va ad intaccare il prospetto dell’ edificio e quindi si ristruttura “tal quale” un opera già esistente, o anche se ci si occupa di un’ opera interrata, come ad esempio il garage sotterraneo, vasche per la raccolta dell’ acqua piovana ecc ecc. In alcuni Comuni, poi, è permesso anche di richiedere soltanto la DIA per quelle opere che vengono aperte su tre o su quattro lati, come ad esempio i gazebi o i pergolati. I vantaggi delle DIA rispetto alla richiesta di permesso è che, se entro 30 giorni dal comune non parte una lettera di contestazione, i lavori possono cominciare in totale legalità, mentre nel caso del permesso è necessario il permesso del comune, che può arrivare anche in tempi lunghi, in caso di molte richieste (presso alcuni comuni, ad esempio, la risposta può essere ottenuta anche dopo un anno, in quanto, in base ai termini imposti dalle Leggi Bassanini, è imposto il termine da rispettare, ma non c’è alcuna sanzione se non viene rispettato. La certificazione del progetto e quindi dell’ opera che viene effettuata deve essere presentata dal richiedente della DIA almeno trenta giorni prima dell’ effettivo inizio dei lavori, la denuncia di inizio attività, insieme ad una relazione, abbastanza dettagliata, firmata del progettista dei lavori, che ovviamente deve essere abilitato, e che deve attestare la conformità delle opere da realizzare ai regolamenti in vigorie alle norme di sicurezze e igienico-sanitarie. Nella documentazione deve essere quindi inserita na relazione tecnico illustrativa ad opera del Progettista, un Estratto della mappa catastale e un certificato castale, che deve essere aggiornato a tre mesi dalla presentazione della richiesta, un estratto di P.R.G., con indicazione dell’ area in cui si intende intervenire, in scala 1: 2000, una planimetria su base catastale, in scala 1: 500 e una planimetria generale dell’ intervento, in scala non inferiore ad 1: 200. Ovviamente, la documentazione va anche presentata con eventuali documenti aggiuntivi nel caso in cui il regolamento del proprio comune lo preveda. Per quanto riguarda le distanze, la distanza minima fra le costruzioni è di tre metri, e al massimo i regolamenti dei Comuni possono stabilire soltanto distanze maggiori, mai minori, né tale regola può essere oggetto di deroga. Tuttavia, tutte quelle costruzioni non ancorate al suolo, che siano chioschi, baracche, box auto, piccoli gazebi, non si considerano costruzioni, e quindi tali opere non sono soggette alle norme sulla distanza nelle costruzioni. Se invece una qualsiasi opera viene ancorata al suolo, è considerata una costruzione a tutti gli effetti, e quindi deve sottostare alle norme sulle distanze. Ovviamente, l’ obbligo della distanza di tre metri va inteso come distanza dal primo confine che si trova. Deuba Capanno per attrezzi da giardino L 3,4m³ con fondazione 196x122x180cm porte scorrevoli serra da giardino box Prezzo: in offerta su Amazon a: 199,95€ |
Per realizzare una casetta addossata, la prima cosa da fare è, ovviamente, munirsi degli attrezzi e dei materiali che risulteranno necessari per la costruzione di tale casetta.
Se si ipotizza di dover costruire una casetta addossata di cm 250x300, i materiali e gli attrezzi necessari sono: 1) Sei pali a sezione quadrata da 6x6 cm, con altezza di tre metri, ognuno dei quali servirà per ogni angolo, due poi andranno utilizzati per gli stipiti della porta; 2) Perline di abete grezzo, di 3 m di lunghezza, 150 mm di larghezza e 20 mm di spessore; 3) 5 travetti di 5x6 cm e di 3 m di lunghezza, 4) Chiodi da 4 cm; 5) Chiodi da 3 cm a testa larga per le tegole canadesi; 6) Tegole canadesi bituminose; 7) Impregnante ad acqua; 8) Pennelli per prodotti ad acqua, 9) Martello; 10) Sega circolare; 11) Supporti metallici per pali; 12) Livella; 13) Filo a piombo; Prima di cominciare qualsiasi lavoro,la prima cosa da fare è dare almeno una mano (meglio due) di impregnante ad acqua su tutto il legno, compresi travetti, perline e pali, in modo da preservare il legno della casetta dagli agenti atmosferici e dai tarli, anche perché si tratta di una costruzione che andrà esposta a tutto ciò. Una volta asciugato questo strato di impregnate (ci vorranno circa 4 ore), si potrà procedere con i lavori veri e propri.Per costruire una casetta addossata, bisogna verificare dapprima su cosa andrà a poggiare tale casetta, quindi se poggerà sulla terra o su una soletta di cemento. In base a ciò, andranno utilizzati gli accessori metallici per fissare i pali al terreno, quindi i noti “bicchieri” quadrati, di materiale metallico, che andranno piantati nel terreno nel caso la casa poggerà sulla terra (in questo casosono da scegliere dei tipi di bicchieri con la punta nella parte inferiore che si infilzerà nella terra). Nel caso invece la casa poggerà su pavimento di cemento, potranno essere utilizzati dei tasselli ad espansione. Bisognerà fare attenzione a che i pali siano perfettamente a piombo. I pali verranno fissati poi l’ uno all’ altrocondue travetti da 3 metri 5x6 (con lato lungo di6 cm verticale), e due altri travetti a formare la cornice del tetto ,che serviranno anche per conferire una certa stabilità e resistenza alla struttura. Saranno poi inchiodate le perline, iniziando da quelle laterali, dal basso e partendo dal muro. A questo punto, si dovrà effettuare il taglio del tetto spiogento, utilizzando una sega circolare. A questo punto, potranno essere montate anche le perline del lato frontale della casetta, facendo attenzione a lasciare l’ apertura necessaria alla porta, che avrà stipiti costituiti da due pali di 6x6 e dal relativo architrave.
Anche il tetto può essere formato di perline che poggiano sul telaio di travetti di 3 metri, avvitati sui pali. Le tegole canadesi andranno poi posate partendo dallo spigolo destro della parte bassa del tetto, e procedendo orizzontalmente per strisce.
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